Legge di Bilancio: dalla «patrimoniale sulla casa» al travestimento per Halloween «da Monti e Fornero», l’opposizione va all’attacco

Giuseppe Conte parla di «una sorta di patrimoniale sulla casa». Schlein: «Fanno giochi di prestigio coi numeri, ma la realtà è che stanno tagliando»

Con la bollinatura della Ragioneria della Stato, nessuno potrà più affermare che «si tratta solo di bozze non attendibili». Il testo della legge di Bilancio 2024 c’è, è arrivato al Senato, dove è iniziato il percorso che lo vedrà approdare in Aula a fine novembre. Su quel documento, rivisto e limato fino a ieri, 30 ottobre, si è scatenata una nuova ondata di critiche delle opposizioni. Cedolare secca per alcune tipologie di affitti brevi, pensioni e aumento delle imposte sui prodotti per l’igiene femminile e per l’infanzia sono i catalizzatori delle polemiche. Forse la reprimenda più icastica arriva dal vicepresidente del Movimento 5 stelle, Michele Gubitosa: «Il ministro Giancarlo Giorgetti ha dichiarato oggi che il lavoro del governo sulla Manovra è stato improntato alla cautela per via del negoziato Ue e per consolidare la fiducia nei mercati. Fa piacere constatare che è iniziata l’operazione verità dell’esecutivo su una Finanziaria scritta sotto la supervisione di Bruxelles e in ossequio alla grande finanza». Nella nota, dopo aver ventilato l’ipotesi che «il governo dei patrioti» sia stato spaventato «dall’imminente giudizio delle agenzie di rating», Gubitosa rievoca il periodo dell’austerità di inizi anni ’10: «Si sono trasformati da “pronti” a “proni”. Sulla strada dell’austerity, tagliano diritti, pensioni e sanità. Un’autentica impostazione da lacrime e sangue. Evidentemente, in occasione di Halloween, Giorgia Meloni e Giorgetti hanno deciso di travestirsi da Mario Monti ed Elsa Fornero».


Il leader grillino, Giuseppe Conte, parla di «una sorta di patrimoniale sulla casa». Il riferimento è all’aumento dal 21 al 26% delle cedolare secca sugli affitti brevi, dal secondo in poi. Tema che riunisce tutto il semi-arco parlamentare delle opposizioni: anche la coordinatrice nazionale di Italia Viva, Raffaella Paita, rileva come «gli aumenti sulla casa siano inaccettabili». La senatrice argomenta: «per noi la proprietà immobiliare è sacra e sembrava che lo fosse anche per la destra. E invece siamo rimasti solo noi a difendere la casa. Ogni volta che si toccano gli immobili si fa un danno, non è alzando la cedolare secca che si otterrà una regolamentazione degli affitti brevi, né che si aiuteranno i centri urbani». Ancora, Elisa Pirro, senatrice del Movimento e membro della X commissione, accusa il governo di applicare «un salasso per milioni di donne». In un comunicato, scrive: «Dalla relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio si scopre che con il raddoppio dell’Iva sugli assorbenti, che passerà dal 5 al 10%, le donne spenderanno 42 milioni di euro in più. Proprio così. Un vero e proprio salasso. Con questa Manovra Meloni trasforma il fatto di essere donna in una colpa. Alla luce di ciò, la premier farebbe bene a passare da “sono una donna, sono una madre” a “sono una donna, sono una madre quindi pago più tasse”. Presenterò un emendamento per far sì che nelle scuole vengano distribuiti gratuitamente gli assorbenti. Se a ciò si aggiunge l’ennesima modifica peggiorativa ad Opzione donna, il disastro è servito. La vergogna non sanno dove sta di casa».


Dal Partito democratico, la deputata del Partito democratico mette in luce le contraddizioni tra la manovra e gli slogan di incentivo alla natalità: «L’aumento dell’Iva sui pannolini e le agevolazioni fiscali limitate a chi ha già due figli sono ostacoli alla crescita demografica. Il governo Meloni va contro i suoi stessi proclami. Zero credibilità». La segretaria del Nazareno, invece, insiste sui «tagli alla sanità pubblica» e annuncia una serie di proposte emendative: «Fanno giochi di prestigio coi numeri, ma la realtà è che stanno tagliando. Non si può pensare che per ridurre le liste d’attesa bisogna fare lavorare di più il personale esistente, che già rischia il burnout per turni estenuanti». Il capogruppo a Palazzo Madama del partito di Elly Schlein, Francesco Boccia, mette in correlazione la legge di Bilancio e l’ordine, ai parlamentari di centrodestra, non presentare emendamenti, con l’annunciata riforma costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. «Noi siamo allibiti, il governo che mette la museruola al Parlamento, in questo caso alla maggioranza parlamentare, è un pessimo precedente. La nostra è ancora una Repubblica parlamentare e se queste sono le prove generali per la riforma costituzionale che hanno presentato siamo di fronte davvero a un pessimo segnale». Per Osvaldo Napoli, componente della segreteria nazionale di Azione, «c’è tempo per formulare una proposta ben calibrata e rispettosa della nostra Costituzione e delle prerogative del Capo dello Stato. La destra ha solo fretta di distrarre l’opinione pubblica dall’obbrobrio della Manovra».

Dallo stesso partito, la senatrice Mariastella Gelmini pone l’accento sul taglio alla pensione dei medici: «La legge di Bilancio è arrivata in Senato, eppure quello delle pensioni è un nodo ancora tutto da sciogliere. Il governo prova a cambiare le regole in corso e il personale sanitario è sul piede di guerra. Ricalcolare al ribasso il rendimento delle pensioni dei medici, con una perdita stimabile tra il 5 e il 25%, è inaccettabile. Molti professionisti potrebbero decidere di andare in pensione entro la fine dell’anno per evitare dal 2024 il nuovo meccanismo di calcolo. Dopo aver rinunciato ai 37 miliardi del Mes sulla sanità e aver previsto in questa Finanziaria poche risorse per il Servizio sanitario nazionale, il governo rischia di sferrare un altro attacco frontale a una categoria già in affanno». E i sindacati dei medici, a tal proposito, decidono di proclamare lo stato di agitazione contro «i gravi danni causati dalla Manovra».

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