Cos’è Hezbollah, il gruppo politico e paramilitare libanese alleato di Hamas e dell’Iran

Nascita, leader e obiettivi del «Partito di Dio», gruppo radicale sciita considerato organizzazione terroristica dagli Stati Uniti

Alleata di Hamas, sostenuta da Teheran e nemica di Israele. Le origini di Hezbollah, uno dei gruppi militari più potenti del Medio Oriente, risalgono agli anni Ottanta, nell’ambito della guerra civile libanese (1975-1990). Il “partito di dio” – questa la traduzione – è considerato un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, per l’Ue lo è solo il suo braccio armato. Nel 1982 Israele invade il Libano per la seconda volta (la terza nel 1996) con l’obiettivo di combattere la riorganizzazione della resistenza palestinese, i cui miliziani si erano rifugiati in Libano dopo le guerre arabo-israeliane. In quello stesso anno, il gruppo sciita libanese – che poi prese il nome di Hezbollah – inizia a organizzarsi per opporsi a Tel Aviv col sostegno dell’Iran. Nel suo programma ideologico, esplicitato in un manifesto del 1995, l’organizzazione giura fedeltà al leader supremo iraniano, individuando come obiettivo primario l’annientamento di Israele. Nel giro di pochi anni mette in atto attacchi terroristici contro lo Stato ebraico e l’Occidente in generale: nel 1983 un camion con cinque tonnellate di esplosivo rade al suolo la caserma dei marines di Beirut, uccidendo oltre 300 soldati statunitensi e francesi: quella data segna l’inizio l’inizio del terrorismo sciita.


Da organizzazione militare a partito politico: Nasrallah leader indiscusso

All’inizio degli anni ’90 l’organizzazione militare, diventata partito politico, riesce a far eleggere 8 parlamentari alle elezioni in Libano. Dal 1992 Hezbollah è infatti presente nell’Assemblea nazionale di Beirut, il parlamento monocamerale della Repubblica libanese. Dopo aver conquistato, nelle elezioni legislative del 2005, 14 seggi in Parlamento – la maggior parte nel Sud del Paese – il partito-milizia entra nel governo. Tornato all’opposizione, nell’estate 2006 diviene protagonista del breve conflitto con Israele, che ha messo in luce la resistenza dell’organizzazione e del suo leader indiscusso Nasrallah – a capo del movimento dal ‘92 dopo l’uccisione, da parte delle truppe di Tel Aviv, del suo predecessore Abbas al-Musawi -, oltre alla consistenza del suo apparato missilistico potenziato grazie agli aiuti finanziari di Teheran. L’enciclopedia britannica sottolinea come la leadership di Nasrallah sia caratterizzata dal populismo: «Ha fatto affidamento sul carisma e sul fascino sottile per portare il suo messaggio. Non era un oratore focoso o intimidatorio. Piuttosto, si è rivelato premuroso, umile e, a volte, divertente. Inoltre, sotto la sua guida, Hezbollah ha coltivato un’elaborata rete di programmi di assistenza sociale, che hanno contribuito a ottenere al gruppo un ampio sostegno dalla base».


«Uno Stato nello Stato»

In Libano Hezbollah controlla ampie fette del territorio: quelle sciite come parte della capitale Beirut, la frazione meridionale e della regione orientale della Valle della Bekaa. Gestisce scuole, infrastrutture, ospedali ed eroga misure di welfare per i suoi sostenitori. Secondo molti analisti, in Libano è impossibile formare un esecutivo senza il sostegno del partito-milizia. Alle elezioni del 2022 la coalizione politica guidata dall’organizzazione ha però perso (per la prima volta) la maggioranza in parlamento. È da due decenni parte integrante delle istituzioni centrali e locali libanesi, con ministri nel governo di Beirut, decine di sindaci e consiglieri comunali nel Paese, migliaia di impiegati nel settore pubblico. Il partito-milizia sciita libanese non è solo legatissimo alla teocrazia iraniana e all’organizzazione terroristica di Gaza. Nel corso degli anni ha intessuto buoni rapporti con la Siria del presidente Bashar-al-Assad: durante la guerra civile, Hezbollah – che all’interno del Paese ha diverse basi logistiche – ha infatti inviato migliaia di miliziani. Questo ampio schieramento ha un arsenale stimato come tre volte maggiore di quello di Hamas a Gaza. Sul terreno, Hezbollah afferma di poter contare su 100mila combattenti attivi in Libano. Sulle Alture siriane del Golan può contare invece su una forza di migliaia di combattenti e forze ausiliarie.

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