Ha lasciato una coda di polemiche il duplice incontro svolto nella mattinata di oggi, mercoledì 22 novembre, in Vaticano da Papa Francesco. Prima dell’udienza generale, il Pontefice ha incontrato due delegazioni: prima quella dei parenti degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas – una parte dei quali dovrebbe essere rilasciata a partire da domani – poi una composta da familiari di cittadini palestinesi di Gaza. Il primo dei due incontri però non peer tutti è risultato convincente. Alcuni dei famigliari degli ostaggi israeliani hanno criticato presente ambiguità e silenzi di Bergoglio. «Non ha nominato Hamas e non ne ha parlato come di un’organizzazione terroristica», ha lamentato a seguire uno dei partecipanti all’incontro. «Non ci può essere nessuna equivalenza tra Hamas, che è un’organizzazione terroristica e si fa scudo dei civili, e Israele che difende i civili», ha rimarcato un secondo. Anche se altri familiari hanno definito l’incontro «efficace» perché Papa Francesco «ci ha ascoltato».
L’Ucei contro il Papa: «Mette tutti sullo stesso piano»
«Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti come ostaggi in Gaza e un’altra di palestinesi che hanno dei parenti prigionieri in Israele. Loro soffrono tanto, ho sentito come soffrono ambedue», ha detto il Papa al termine dell’udienza generale. Il Pontefice ha quindi invitato tutti a pregare: «per il popolo palestinese, per il popolo israeliano, perché venga la pace», ha concluso il Papa. E sono proprio passaggi come questo ad aver infastidito alcuni dei parenti degli ostaggi israeliani, che giudicano le parole del Pontefice troppo concilianti nei confronti di Hamas. «Il Papa mette tutti sullo stesso piano di partenza e di arrivo – commenta Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane -. Ma la partenza è il terrore che esegue il disegno di sterminio degli ebrei nel mondo intero mentre la guerra è necessaria alla difesa di Israele e della sua popolazione. Comporta sofferenza ma alle vittime va associato chi è il vero responsabile».
Bergoglio ha evocato il «genocidio» a Gaza?
I feedback più positivi dell’incontro arrivano invece dai familiari dei palestinesi di Gaza. Con un entusiasmo che rischia di diventare però un boomerang per il Vaticano. «Il Papa ha riconosciuto che viviamo un genocidio – ha detto Shrine Halil, cristiana di Betlemme, presente all’incontro a Roma -. Ci ha detto che il terrorismo non si combatte con il terrorismo». La delegazione palestinese ha quindi invitato il Pontefice ad operarsi per «fermare la guerra e portare la pace alla gente di Palestina», perché «il cessate il fuoco non è sufficiente» e «mantiene lo status quo delle ostilità». Nel pomeriggio, è il portavoce vaticano Matteo Bruni a intervenire per mettere i puntini sulle “i” e chiarire che Papa Francesco non ha mai parlato esplicitamente di «genocidio». «Non mi risulta abbia usato tale parola», precisa il portavoce della Santa Sede. I palestinesi però non cambiano versione e confermano quanto dichiarato questa mattina in conferenza stampa: «Siamo in dieci e lo abbiamo sentito tutti».
Credits foto: ANSA/Alessandro Di Meo | Papa Francesco durante un’udienza generale in piazza San Pietro (22 novembre 2023)
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