Ucraina, Putin grazia i combattenti colpevoli di femminicidio e i satanisti cannibali

Dopo la liberazione di uno degli assassini di Anna Politkovskaya, vengono allo scoperto ulteriori agghiaccianti “perdoni” di Stato

In un filmato diffuso lo scorso settembre 2022 il leader della Wagner Evgenij Prigozhin offriva ai detenuti la possibilità di combattere in Ucraina in cambio della grazia da parte di Vladimir Putin. A inizio novembre 2023 fu resa nota la liberazione di uno degli assassini di Anna Politkovskaya dopo 6 mesi in divisa. Oltre a lui sono tornati in libertà assassini, stupratori e persino satanisti cannibali. Sembra un film dell’horror, ma è l’orrenda realtà che in questo momento vivono le famiglie delle vittime che si ritrovano l’orco libero e con un doppio timore: l’eventuale vendetta del carnefice e il timore di contestare la liberazione di quelli che vengono in qualche modo considerati i “nuovi eroi della Russia”. A far discutere in questi giorni, in cui tiene banco il tema del femminicidio, è la liberazione di Vladislav Kanyus, colpevole di aver ucciso brutalmente la sua ex fidanzata.


ATTENZIONE – L’articolo contiene descrizioni di azioni violente


Il femminicida liberato

Nel gennaio 2020 il cittadino russo Vladislav Kanyu, nato nel 1996, aveva stuprato e brutalmente ucciso la sua ex fidanzata Vera Pekhteleva. Condannato a 17 anni di carcere nel 2022, viene graziato da Vladimir Putin il 27 aprile 2023.

La foto della grigliata che ritrae Vladislav Kanyu fuori di prigione.

Da un po’ di tempo, compariva sui social una foto che ritraeva il carnefice della figlia in mimetica durante una grigliata. A ricevere conferma della sua liberazione è stato il padre di Vera ottenendo una risposta ufficiale dalla Procura sulla sua liberazione per decreto del Presidente.

Un caso di femminicidio brutale. Dal racconto riportato dall’attivista Alena Popova nel proprio canale Telegram, Vladislav Kanyu aveva inflitto 111 coltellate nel corpo di Vera Pekhteleva (sotto una perizia dell’omicidio). Prima di morire, l’aveva violentata ed infine strangolata con un filo di ferro.

Il satanista

Un altro “nuovo eroe della Russia” è Nikolai Ogolobyak, condannato nel 2010 alla detenzione in un carcere di massima sicurezza. Venne dichiarato colpevole di aver ucciso tre ragazze e un ragazzo tra i 15 e i 16 anni. A raccontare la sua “liberazione”, che doveva avvenire nel 2028, è stato il media russo MK in Yaroslavl, seguito da Meduza. L’effettiva conferma venne data dal padre al media 76.ru.

Le foto delle vittime (sopra) e dei giovani satanisti (sotto). Nikolai è il terzo in basso da destra | College di Evgenia Bikunova su 76.ru

Nel 2008, all’età di 18 anni, Nikolai e altri sette minorenni sono seguaci di un culto satanico. Tutti confessarono di aver “sacrificato allo spirito maligno” i quattro coetanei (Olga Pukhova, Anna Gorokhova, Varvara Kuzmina e Andrey Solovyov). I dettagli del “rituale” vengono riportati dal media 76.ru: decapitazioni, foto con teste mozzate, corpi smembrati e organi tagliati a pezzi. Secondo i documenti delle indagini, i membri del gruppo satanico avevano fritto e mangiato i cuori e le lingue delle loro vittime. L’unica donna del gruppo, Ksenia Kara Kovaleva, venne lavata con il loro sangue.

Come Vladislav Kanyu, anche lui aveva combattuto per l’unità “Storm Z“, formata prevalentemente da detenuti. Il portavoce del Presidente russo Dmitry Peskov, chiamato in causa a seguito della sua liberazione, ha spiegato che i termini della grazia per decreto non sono stati rivisti e pertanto risulta legittima per legge la liberazione di persone condannate per reati gravi come quello di Nikolai.

Le stranezze della legge russa

Nel sito del media russo indipendente Meduza troviamo le “linee guida” del decreto che permette a qualunque criminale russo di ricevere la grazia (e un lavoro) a patto che combatta per il Cremlino nell’invasione in Ucraina. Secondo l’analisi della legge, i delinquenti avrebbero un ulteriore “scudo penale” che permetterebbe loro, durante la permanenza nell’esercito, di compiere ulteriori reati fino alla fine del conflitto (senza però disertare). In linea teorica non dovrebbero essere arruolati stupratori, ma visti i casi sopra citati sembra che sia stata fatta qualche eccezione o trovato qualche cavillo legale per ottenere l’arruolamento e la successiva grazia di Putin.

Secondo l’attivista Alena Popova, il problema è molto più grave di quel che appare: i delinquenti graziati «avevano le mani sporche di sangue e poi sono andati in Ucraina dove hanno ucciso altre persone», tornando in patria «con un senso di impunità». Come riferito da Ilya Politkovsky, figlio di Anna Politkovskaya, le famiglie non possono contestare in alcun modo la grazia. Per il caso di Kanyus, la famiglia della vittima non era stata informata della sua liberazione, mentre avrebbe chiesto di essere informata su tutti i suoi movimenti per la loro sicurezza.

Immagine di copertina creata con l’Intelligenza Artificiale.

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