No! Il giornalista Slade Sohmer non è il “debunker del Pizzagate”

I credenti della teoria del complotto associano due accusati di pedofilia alla smentita del Pizzagate, ma sbagliano due volte

Nel mese di novembre 2023 è iniziata a circolare la notizia dell’arresto di un giornalista americano accusato di pedofilia. Secondo il sito di disinformazione e complottista Thepeoplesvoice(.tv), in precedenza noto con il nome NewsPunch (ne parliamo qui), si tratterebbe del debunker del Pizzagate, la bufala complottista alla base delle teorie della setta QAnon sostenitrice di Donald Trump. Il suo nome è Slade Sohmer, ma non ha nulla a che fare con il “debunking”.

Per chi ha fretta

  • Non è la prima volta che circola la bufala del “giornalista che ha debunkato il Pizzagate è stato arrestato per pedofilia”.
  • Ad agosto circolava un falso screenshot del New York Post dove veniva attribuito il debunking al giornalista James Gordon Meek. Una volta smentita la bufala, a novembre lo è diventato Slade Sohmer.
  • Slade Sohmer non è il giornalista che ha smentito la teoria del complotto del Pizzagate.
  • Ad oggi la teoria del complotto del Pizzagate rimane tale.

Analisi

Ecco lo screenshot dell’articolo di Thepeoplesvoice, intitolato «John Podesta’s Friend, Who ‘Debunked’ Pizzagate», Arrested for Raping Toddlers, che circola sui social:

Lo screenshot viene proposto anche in alcuni video condivisi via Facebook con il seguente testo:

L’amico di John Podesta e debunker di PizzaGate ha sorpreso a violentare bambini

Un giornalista mainstream e amico intimo di John Podesta, che si vantava di aver “sfatato” Pizzagate, è stato arrestato con una serie di disgustose accuse di sesso minorile.

Slade Sohmer, redattore capo di The Recount e amico dell’ex presidente della campagna di Hillary Clinton John Podesta, è stato arrestato il mese scorso per aver violentato diversi bambini e neonati.

Nonostante i media mainstream affermino che il Pizzagate non è altro che una “teoria del complotto” sfatata, numerosi giornalisti mainstream e figure legate ai pedofili d’élite sono stati arrestati negli ultimi tempi per lo stesso crimine che avrebbero “sfatato”.

I media mainstream cercano disperatamente di nascondere questa notizia, quindi siamo qui per fornirvi tutti i dettagli.

Il testo risulta essere un copia incolla dai canali Telegram della disinformazione in Italia, come quello di Infonesh (un esempio qui), che a loro volta riprendono da quelli americani e stranieri.

Bufala “riciclata”

Una falsa notizia identica era circolata nel mese di agosto 2023, ma questa volta veniva tirato in ballo un altro giornalista: James Gordon Meek, ex reporter della ABC. Per sostenere la falsità era circolato lo screenshot di un articolo del New York Post del tutto inesistente. Il titolo «Award winning ABC journalist who “debunked” Pizzagate, pleads guilty in horrific child porn case» non risulta nell’archivio della testata americana.

Come nel cado di Slade Sohmer, neanche Meek aveva scritto un “debunking” sul Pizzagate mentre lavorava per ABC (archivio qui).

Chi aveva smentito il Pizzagate

Fallito il tentativo con Meek, i complottisti se ne sono dimenticati puntando il dito su Slade Sohmer. Tuttavia, nessuno ha controllato chi fosse stato a “debunkare” la teoria del complotto del Pizzagate. I colleghi di Reuters, che si erano occupati del fact-check sul caso Meek, pubblicano un elenco degli articoli che per primi avevano sfatato la bufala nel 2016: il New York Times (qui e qui), Snopes, Buzzfeed News e il Washington Post. Tra le firme non troviamo i due giornalisti accusati di pedofilia.

La teoria su Slade Sohmer

Secondo la narrazione diffusa dal sito complottista, Slade Sohmer sarebbe «editor-in-chief» del The Recount. Osservando il suo “curriculum” su Linkedin, non risulta che lavorasse per le testate giornalistiche che si occuparono di smentire la teoria del complotto del Pizzagate.

Nell’articolo del sito complottista Thepeoplesvoice viene riportato come “prova” lo screenshot di un tweet di Podesta che rispondeva all’account di Slade ringraziandolo per qualcosa. A condividere l’immagine è l’account di Liz Crokin che commenta così:

Nel 2017, John Podesta aveva ringraziato Slade Sohmer: l’editore di Recount arrestato per pornografia infantile.

L’account di Slade è stato disattivato, quindi non so cosa ci fosse nel tweet originale. Inutile dire, sulla base dei commenti, che molto probabilmente stava diffondendo qualche notizia falsa – come ha fatto per anni, in particolare coprendo i pedofili dell’élite – per il suo amico Skippy Molesta.

Basta recuperare il tweet di Podesta per ottenere il link a quello di Slade, rintracciabile grazie a Web Archive. Il tweet del giornalista riportava la foto di Donald Trump, quella con il Re saudita e il presidente egiziano del 2017. Accanto, un annuncio della cittadina di Plam Beach riguardo una dolina formatasi davanti a Mar-a-Lago. Il tweet di Podesta e quello di Slade risultano essere ironici sulla vicenda, nulla a che fare con presunti collegamenti con la pedofilia o il fantomatico Pizzagate (anche perché la teoria del complotto venne smentita da altri giornalisti nel 2016).

Il tweet di Elon Musk (poi cancellato)

Il 28 novembre 2023 il proprietario di Twitter/X Elon Musk condivide un meme che sostiene la bufala del debunker del Pizzagate arrestato per pedofilia. Il tweet è stato successivamente cancellato (archiviato qui).

Ricordiamo che il 4 dicembre 2016 la pizzeria Comet Ping Pong di Washington DC, locale indicato dalla bufala complottista, subì un attentato da parte di uno dei credenti della teoria. Negli anni successivi, il locale è stato preso ulteriormente di mira da parte di altri credenti.

Conclusioni

Per la seconda volta nel giro di un anno, un giornalista accusato di pedofilia viene descritto falsamente come il “debunker del Pizzagate”. Come nel caso di James Gordon Meek, neanche Slade Sohmer è il giornalista che si era occupato di smentire la teoria del complotto poi alla base dell’ideologia dei QAnon.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche: