Il ministro Tajani: «L’Italia deve dire sì al Mes, ma nel piatto ci vogliono l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale»

Il responsabile degli Esteri è ottimista anche sull’ok al patto. Ma chiede l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale

Il governo italiano deve dire sì al Meccanismo Europeo di Stabilità. A schierarsi oggi è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre il voto di ratifica è previsto per il 14 dicembre prossimo. E in Europa c’è chi ha ricevuto rassicurazioni dal responsabile dell’Economia Giancarlo Giorgetti sulla data, che non slitterà. Intanto stanotte si sono conclusi senza un’intesa i lavori della cena pre-Ecofin per cercare un accordo sulla riforma del Patto di Stabilità. Tajani parla oggi in un’intervista a La Stampa. Ed è ottimista anche sull’ok al Patto: «Spero di sì, l’importante per noi è che il nuovo patto dia rilevanza alla crescita e non solo alla stabilità. Serve equilibrio e non si possono favorire solo alcuni paesi. Questo è il principio che ci ispira, sugli aspetti tecnici non entro perché è in corso una trattativa».


«In maniera complessiva»

Nel dialogo con Francesco Olivo il vicepremier di Forza Italia dice che bisogna ragionare «in maniera complessiva» su Patto e Mes. Sulla ratifica, spiega, «non sono contrario, va bene ratificarlo, ma sul piatto bisogna mettere anche altre cose». Ovvero «l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale». Che hanno però tempi più lunghi: «Certo, ma non vorrei passassero in cavalleria. Io sono europeista e, parlando da segretario di Forza Italia, dico che è giusta la ratifica, ma credo che al Meccanismo Salva Stati serva un sistema di controllo. La presidente della Bce deve rendere conto al Parlamento e quello del Mes no? Non mi sembra corretto». Tajani schiera quindi Forza Italia su una posizione più europeista all’interno del centrodestra. E replica a Matteo Salvini, che dopo la lettera al Corriere chiedeva allo schieramento di sottoscrivere un patto: «L’unico patto per battere i socialisti che ha funzionato è quello che ha portato alla mia elezione come presidente del Parlamento europeo: un’alleanza formata a popolari, liberali e conservatori».


Salvini

Ovvero, senza il gruppo di Salvini “Identità e democrazia”. Che secondo Tajani potrebbe aggiungersi, ma ad un patto: «Non c’è nessun veto su di loro, ci mancherebbe. La nostra diversità assoluta è con Marine Le Pen e l’Afd tedesca». Ma il ministro dice anche che le elezioni europee non saranno un problema per la stabilità del governo: «Non vedo perché. Si vota con il proporzionale e quindi si presentano i partiti e non una coalizione». Rifugge però la competizione interna al centrodestra: «Io mi auguro che tutti i partiti della maggioranza abbiano ottimi risultati. Forza Italia sta andando bene nei sondaggi, il nostro obiettivo è conquistare voti non agli alleati, ma al primo partito italiano: l’astensione».

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