Fax gate, Luigi Di Maio dice la sua versione dei fatti sul Mes: «Giorgia Meloni mente, ho firmato quando ero in carica»

Dopo esser citato dalla premier Meloni l’ex ministro degli Esteri ed ex leader M5S torna in tv a Piazzapulita

«Io sono abituato ad attacchi di tutti i tipi. Ma che si dica che anche gli ambasciatori del corpo diplomatico siano complici di una teoria cospirazionista questo non è giusto e non è istituzionale. Mando la mia solidarietà agli ambasciatori italiani e solidarietà alla presidente del Consiglio perché il suo staff forse doveva proteggerla: con quel documento, che lei mostra in aula, si smentisce da sola». Dopo esser stato tirato in mezzo dalla premier Giorgia Meloni, sul Mes, Luigi Di Maio , ex ministro degli Esteri, ex capo politico del M5S, oggi torna in televisione, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita. Negli studi del programma La7 racconta la sua versione dei fatti sul fax, datato 10 dicembre 2020, mostrato dalla presidente del Consiglio in aula, con l’accusa, verso Giuseppe Conte e i 5 stelle di aver posto l’ok sul provvedimento «con il favore delle tenebre». «Io in questo ultimo anno in cui non sono stato parlamentare tante volte ho sostenuto questo governo su alcune scelte coraggiose, come sull’Ucraina o su alcune scelte in continuità con il governo Draghi. Ieri il presidente del Consiglio ha deciso di esibire un documento e ha sostanzialmente messo in dubbio l’onore con cui ho ricoperto il mandato da ministro», dichiara Di Maio, oggi rappresentante speciale della Ue per il Golfo. «Giorgia Meloni – aggiunge – dice due cose: una vera e una falsa. Ovvero che il governo ‘Conte due’ ha votato nel 2020 la riforma del Mes. Quello che dice di falso è che io abbia firmato il mandato all’ambasciatore italiano quando non ero nei miei pieni poteri perché il governo era già caduto. Quel documento porta la data del 20 gennaio 2021, il governo Conte è caduto il 26 gennaio».


Il treno con Draghi, Macron e Scholz

«Ricordo la foto che aveva un significato politico. Subito dopo l’inizio della guerra, su quel treno i 3 leader salgono senza ancora un accordo sull’allargamento (dell’Ue ndr), scendono e lanciano una corsa su quello che è avvenuto oggi, sull’allargamento dell’Ue all’Ucraina, che significa dire agli ucraini ‘noi siamo con voi’. Ma devo dire che quando Meloni ha tenuto una linea atlantista le ho dato atto. La storia riconoscerà quei tre leader», ha dichiarato Di Maio, a proposito della foto di Draghi, Macron e Scholz sul treno per Kiev di cui ha parlato Meloni alla Camera.


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