Chiara Ferragni, per i suoi legali è «pronta a collaborare con qualunque procura in Italia». Ma basta con il «gioco al massacro»

LaPresse ha contattato lo studio legale Bana di Milano, che segue l’influencer. Ora, data l’apertura delle indagini in varie procure, il caso potrebbe esser riunito in un unico fascicolo

Gli avvocati dello studio legale Bana di Milano, che assistono Chiara Ferragni, escludono l’esistenza di reati sul caso dei “Pandoro Pink Christmas” di Balocco ma si dicono pronti a collaborare con qualunque procura in Italia. Pronti a fornire chiarimenti agli inquirenti, precisano a LaPresse, stigmatizzando però il «gioco al massacro» sulla propria assistita. Per ora non parlano pubblicamente, almeno a fino all’Epifania, nemmeno dopo il fascicolo aperto dalla Procura di Prato. Nella procura toscana, così come in quella di Cuneo, il modello aperto è il 45, senza indagati e ipotesi di reato. E questo modus operandi delle procure, riflettono con LaPresse gli avvocati, è sintomo del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale per via dell’esposto Codacons e Assourt nelle 104 procure italiane. Davanti però alla mole degli esposti prima o poi andrà individuata la competenza sulle indagini, per riunirle in un unico fascicolo. A Milano, ricorda l’agenzia di stampa hanno sede le società Fenice srl e TBS Crew srl, che curano merchandising e immagine di Ferragni. A Fossano, nel cuneese, ha sede invece l’azienda dolciaria Balocco. Resta da capire chi delle due si prenderà il caso Ferragni. Ma è ancora troppo presto per stabilirlo.


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