Cosa dicono i documenti sul caso Epstein e perché sono citati Clinton e Trump

La presenza di nomi noti nei documenti non indica un elenco di pedofili, come qualcuno vorrebbe insinuare

In vista delle prossime elezioni americane del 2024, il caso Epstein alimenterà le teorie del complotto diffuse al fine di inquinare il dibattito pubblico. Accusato di abusi sessuali su minori, sfruttamento della prostituzione e traffico minorile, con la complicità della compagna Ghislaine Maxwell, la recente pubblicazione di una “lista dei contatti” ha dato il via a una serie di bufale nei confronti di diversi personaggi e politici americani. Tra questi due ex presidenti, Bill Clinton e Donald Trump, che non risultano implicati nel processo per presunte illegalità.

Il caso Epstein, in sintesi

Nel 2006, Jeffrey Epstein venne accusato di abusi sessuali su alcune ragazze appena quattordicenni. Il caso venne chiuso nel 2008 attraverso accordi monetari e il patteggiamento. Il procuratore che approvò il procedimento, Alexander Acosta, venne poi nominato membro del Gabinetto degli Stati Uniti da Donald Trump. Nel luglio 2019, Jeffrey Epstein venne arrestato con l’accusa di abusi sessuali su minori, sfruttamento della prostituzione e traffico minorile. Acosta, di fronte alle critiche per la gestione del 2008, annunciò le sue dimissioni da membro del Gabinetto della Presidenza Trump.

Il 10 agosto 2019, Epstein venne trovato morto nella sua cella presso il Metropolitan Correctional Center di Manhattan. Secondo il medico legale di New York City, l’imprenditore si suicidò impiccandosi con un lenzuolo. Il caso attuale riguarda delle ragazze quattordicenni, portate nelle sue case a Manhattan (New York) e Palm Beach (Florida), alcune pagate per reclutare altre minorenni. Al momento, il processo vede come imputata la sua compagna Ghislaine Maxwell.

La lista non è un elenco di pedofili

Parliamo di una serie di 40 atti, per un totale di circa 940 pagine, resi pubblici dopo l’ordinanza del giudice di New York Loretta Preska sul caso Ghislaine Maxwell. Quest’ultima risulta già condannata a 20 anni di carcere con l’accusa di aver adescato le minorenni per l’ormai defunto Epstein. Il processo vede come denunciante Virginia Giuffre, la stessa vittima che fece causa per stupro al principe Andrea, duca di York e figlio di Elisabetta II.

Tra i documenti troviamo le dichiarazioni delle vittime e dei testimoni, oltre agli elenchi di collaboratori e amici vicini ad Epstein considerati come potenziali testimoni al processo. Come precedentemente spiegato da Open, non si può parlare di una “lista di clienti” complici di Epstein. In sostanza, non può essere considerata come un “elenco di pedofili”.

Molti nomi risultavano anonimi attraverso lo pseudonimo “J.Doe”. Il motivo? Soprattutto per il semplice fatto di non risultare accusati di reato. Tra i nomi noti compaiono Donald Trump e Bill Clinton, che tratteremo nello specifico nei capitoli sottostanti di questo articolo.

I nomi presenti nei documenti

Tra i nomi comparsi troviamo diversi personaggi famosi ormai defunti. Uno di questi è Michael Jackson, già accusato in passato per molestie su minore risultando non colpevole in tribunale, nominato da Johanna Sjoberg, massaggiatrice e vittima di Epstein. La donna affermava di averlo visto nell’abitazione di Palm Beach in Florida (pagina 139), senza però aver prestato alcun servizio come massaggiatrice (pagina 153).

Altri due volti noti – e defunti – sono il fisico Stephen Hawking e l’illusionista David Copperfield. Il fisico risulta nominato in una mail di Epstein. Quest’ultimo offre una ricompensa a chi si farà avanti riguardo la teoria che vede il fisico partecipe a una orgia con minorenni.

Bisogna fare molta attenzione sui nomi realmente citati. Alcuni dei documenti riportano solo articoli in cui si parla delle accuse o delle teorie rivolte a diversi personaggi associati ad Epstein. Di fatto, non costituiscono prova di partecipazione negli abusi.

Di Caprio e Bruce Willis

Nei documenti leggiamo anche personaggi noti come Leonardo Di Caprio, Bruce Willis e Cameron Diaz. Non per aver fatto qualcosa, ma solo perché presenti in una domanda posta dal giudice durante un’interrogatorio a Johanna Sjoberg. Nei fatti, i nomi erano circolati sostenendo che Sjoberg li avesse incontrati insieme al suo datore di lavoro, ma non fu così. L’ex massaggiatrice negò di averli incontrati, ma di aver sentito i loro nomi in quanto citati da Epstein durante una telefonata senza alcun riferimento preciso.

La “foto del Papa”

I documenti citatono un generico “Papa” per una foto con Ghislaine. Nell’interrogatorio, come si legge a pagina 105, la testimone Sjoberg risponde che Ghislaine non era in topless nella foto con quel “Papa”.

In un altro documento si parla di una donna delle pulizie che avrebbe visto due foto vicine tra di loro, una con un “Papa” – senza precisare quale – e l’altra con una ragazza “nuda”. Secondo la donna, molto credente, aver affiancato i due scatti era irrispettoso nei confronti del “Papa”.

Online sono circolate anche false liste con l’obiettivo di accusare personaggi esclusi di avere un forte legame con Epstein. Uno dei nomi citati dai bufalari è il Primo ministro del Canada Justin Trudeau, seguito da volti noti dello spettacolo come Oprah Winfrey e Tom Hanks.

Perché viene citato Bill Clinton

Johanna Sjoberg cita nella sua testimonianza il nome dell’ex Presidente americano Bill Clinton, indicato dai sostenitori di Donald Trump come “complice di atti osceni” di Epstein. A pagina 42 del documento, viene chiesto alla testimone se Epstein avesse parlato di Bill Clinton. Sjoberg rispose che Epstein sosteneva che a Clinton piacessero le ragazze giovani («He said one time that Clinton likes them young, referring to girls»). Non essendo una prova, risulta essere una dichiarazione che non rende Clinton indagato per abuso su minori o altri reati.

Clinton viene menzionato insieme a Donald Trump in una serie di email inviate da Sarah Ransome, una delle accusatrici di Epstein. A pagina 12 del documento, leggiamo un testo inviato alla giornalista Maureen Callahan (all’epoca del New York Post) dove sostiene che Clinton, Trump ed Epstein «devono pagare per quello che ci hanno fatto» e che «Questi uomini mi hanno distrutto la vita».

Nel documento (a pagina 8) vengono riportate altre dichiarazioni della donna, la quale afferma di aver recuperato dei video che mostrerebbero rapporti sessuali tra Clinton e una sua amica.

Nel 2019 la stessa Sarah Ransome dichiarò al The New Yorker di essersi inventata la storia dei filmati per attirare l’attenzione sul comportamento di Epstein. In una mail, che riporteremo nel prossimo capitolo su Trump, ritrattò tutte storie inviate alla giornalista Callahan.

Perché viene citato Donald Trump

Come precedentemente riportato, Trump viene coinvolto dall’accusatrice Sarah Ransome nelle email inviate alla giornalista Maureen Callahan (all’epoca del New York Post). In una di queste, che troviamo a pagina 10 del documento, definisce Donald Trump «pedofilo» («I will make sure that neither that evil bitch Hillary or that Paedophile Trump gets elected»)

In un’altra mail, presente a pagina 16, racconta di una sua amica che le avrebbe confidato le perversioni di Trump per i suoi capezzoli, a tal punto che «sembravano incredibilmente dolorosi perché erano rossi e gonfi», consumando con lui rapporti sessuali nella villa di Epstein a New York.

Nella mail inviata sempre a Maureen Callahan il 23 ottobre 2016, che troviamo a pagina 6 del documento, Sarah Ransome dichiarò di voler «ritrattare tutto» e «allontanarmi da tutto questo».

Nel 2019, come riportato in precedenza per il caso Clinton, Sarah Ransome ammise di aver mentito per attirare l’attenzione su Epstein. Un anno dopo, l’avvocato David Boies rappresentò Ransome in una causa contro Epstein per “traffico sessuale”, ma nel dicembre 2018 quest’ultimo avrebbe chiuso il caso pagando una somma non precisata.

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