Il gatto randagio ucciso con i petardi a Morlupo: «Usato come un tiro a segno»

Il racconto della volontaria che se ne occupava

Una donna che stava portando a spasso il cane in un parco pubblico a Morlupo ha trovato un gatto morto vicino a una busta di plastica verde squagliata dal calore delle micce e piena di pelo rosso bruciacchiato. L’animale è stato usato come un tiro a segno, colpito con i petardi finché non è morto bruciato. Il gatto, racconta Il Messaggero, era randagio ma aveva una persona che si prendeva cura di lui: Loretta Marangoni, presidente dell’associazione Club amici a 4 zampe: «Abbiamo subito sporto denuncia ai Carabinieri della stazione di Castel Nuovo di Porto», racconta al quotidiano. «Un anno e mezzo fa lo abbiamo trovato dietro al Comune dove nelle vicinanze c’è una colonia felina. Aveva un occhio ferito, era magrissimo, lo abbiamo portato dal veterinario».


E ancora: «Il dottor Falsini, che si è preso cura di lui per due mesi senza pretendere nulla. Roscio era malandato, gli è stato tolto un occhio e dei denti e col tempo si era rimesso in forma. Stava bene ed era monitorato da mia nipote Barbara e da Alessia. Secondo Loretta quando il sole cala sul parco alcuni ragazzini, in gran parte minorenni, bevono e fumano. Ma fanno anche violenze sugli animali: «Purtroppo non sono stati ancora identificati. Intanto Roscio lo abbiamo sepolto in un terreno, ora potrà vivere in pace, è andato sul ponte dell’arcobaleno. Abbiamo fatto tanti sacrifici per poi vederlo morire in modo atroce. Io per aiutare i randagi vendo i libri di fronte al supermercato mentre ci sono persone crudeli e senza scrupoli che fanno malvagità. Il maltrattamento degli animali è un reato punibile per legge, spero che trovino i responsabili e li puniscano».


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