Caso Ilaria Salis, trattativa in salita fra Italia e Ungheria. Non trasferibile in Italia prima della condanna

Tajani: «Gli ungheresi vogliono andare a sentenza con lei detenuta lì»

Non ci sono margini di trattativa per portare in Italia ora Ilaria Salis. Tutti i colloqui anche ad altissimo livello svoltisi fra i due paesi non sono riusciti a scalfire il muro ungherese: fino alla sentenza di primo grado la Salis dovrà restare in carcere in Ungheria. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani allarga le braccia davanti a Open poco prima di entrare negli studi Rai partecipando a Restart. «Gli ungheresi vogliono andare a sentenza con lei detenuta lì. Dopo la sentenza vedremo. Se assolta torna ovviamente in Italia. Se condannata con i domiciliari per le intese fra i due paesi può scontarli anche in Italia. Altrimenti il governo ungherese potrebbe una volta condannata espellerla dal paese e a quel punto tornerebbe in Italia». Ed è su questa ultima ipotesi che si sta svolgendo la trattativa diplomatica. Tajani assicura che comunque il governo italiano ora vigilerà sulle condizioni di detenzione. La sorte della Salis verrebbe equiparata a quella di Patrick Zaki che fu riportato in Italia solo dopo la condanna perché la diplomazia non può intervenire a processo in corso tanto più in un paese dell’Unione europea. Secondo Tajani per altro «pressioni politiche eccessive sul caso Salis potrebbero avere un effetto negativo sulla magistratura ungherese».


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