Istanbul, liberati i 7 operai sequestrati in una fabbrica. Il blitz della polizia quando l’assalitore «è uscito per andare in bagno»

L’uomo, ex dipendente della fabbrica Procter & Gamble alla periferia della capitale, avrebbe spiegato la sua azione come «risposta alla guerra di Israele a Gaza»

Un uomo armato ha tenuto per diverse ore in ostaggio oggi alcuni dipendenti di una fabbrica del gruppo americano Procter & Gamble (P&G) alla periferia di Istanbul, in Turchia. Dopo l’intervento della polizia sul posto, in serata i media turchi hanno dato la notizia della liberazione delle persone prese in ostaggio – sette – e della «neutralizzazione» dell’assalitore. Dopo quasi 9 ore dall’inizio della sua azione, la polizia avrebbe approfittato di una sua distrazione per salvare i sequestrati e arrestare il responsabile. «Quando l’uomo è uscito per andare in bagno, le nostre forze di sicurezza hanno effettuato un’operazione senza ferire gli ostaggi», ha detto ai giornalisti il governatore locale Seddar Yavuz, aggiungendo che l’aggressore è stato arrestato. Stando a quanto riferito dalla polizia della capitale turca, l’uomo avrebbe giustificato il suo atto come «risposta» alle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. Gli ostaggi sarebbero stati tutti dipendenti della sede turca della P&G. Secondo il sindacato Umut-Sen, l’uomo che li ha presi in ostaggio sarebbe a sua volta un ex dipendente dell’azienda: «Lavorava come subappaltatore nella struttura che ha poi lasciato una decina di giorni fa».


Una fotografia ripresa dai media turchi mostra il presunto autore dell’azione, dal viso parzialmente mascherato, mentre fa il segno della vittoria con una mano e con l’altra tiene una piccola pistola. Nello scatto, l’uomo sembra indossare una cintura di esplosivi attorno al busto. Alle sue spalle ci sono una bandiera palestinese disegnata sul muro e la scritta «Per Gaza». Dal 7 ottobre ad oggi, si sono registrati altri episodi di questo genere in Turchia. Nelle scorse settimane, alcuni ristoranti McDonald’s e caffè Starbucks sono stati vandalizzati in tutto il Paese. Le strade vicine alla fabbrica sono state bloccate dalla polizia. «Siamo preoccupati per la sicurezza della vita dei lavoratori. La direzione della fabbrica, che non può nemmeno garantire la sicurezza dei lavoratori, dovrebbe essere ritenuta responsabile!», ha scritto su X il sindacato Umut-Sen.


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