Consiglio europeo, l’annuncio di Michel: «Trovato un accordo a 27 sui fondi all’Ucraina»

Viktor Orbán ha dichiarato che Budapest ha ottenuto la «garanzia» che i suoi fondi Ue non andranno a Kiev

Viktor Orbán “scende” a compromessi. I leader dei 27 hanno trovato l’accordo sul pacchetto di aiuti da 50 miliardi per l’Ucraina all’interno del bilancio Ue. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, pochi minuti dopo l’inizio ufficiale del vertice straordinario sulla revisione del bilancio comune e sui finanziamenti a Kiev. «Abbiamo un accordo. #Unity». La rinuncia del veto da parte dell’Ungheria, che ha permesso l’intesa, è stata preceduta da una riunione ristretta tra il premier ungherese, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il numero uno del Consiglio europeo Charles Michel, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni. Il compresso prevede che «se necessario, fra due anni il Consiglio europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione del pacchetto di aiuti nel contesto della revisione del bilancio comunitario». 


È inoltre previsto un dibattito annuale sull’attuazione del pacchetto di aiuti «con l’obiettivo di dare una guida». Quest’ultima ipotesi era stato presentata ieri al fine di sbloccare l’impasse, ma da sola non aveva soddisfatto l’Ungheria. Ma prima di tutto nell’accordo è stato aggiunto un richiamo particolarmente caro a Orbán, ovvero alle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2020 sul meccanismo di condizionalità, sulla base del quale Bruxelles ha congelato oltre 21 miliardi di fondi all’Ungheria. Il suddetto richiamo – stando a fonti Ue  – fa riferimento al fatto che «le misure previste dal meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto» e soprattutto «una violazione dello stesso «non è sufficiente ad attivare il meccanismo».


Il ruolo di Meloni nella trattativa

Von der Leyen esulta, Zelensky pure. Palazzo Chigi ribadisce il ruolo di «primo piano» della premier Giorgia Meloni, che descrive come una «protagonista delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti». Da martedì scorso a oggi, la presidente del Consiglio ha avuto tre colloqui con il primo ministro ungherese. Dopo la telefonata di pochi giorni fa e l’incontro di ieri sera in albergo, i due leader si sono visti di nuovo questa mattina, prima dell’inizio del Consiglio europeo straordinario. 

I passi successivi e la «garanzia» ottenuta da Orbán

L’Unione europea conta di versare la prima tranche di aiuti all’Ucraina ai primi di marzo. Lo riferiscono fonti qualificate secondo le quali il negoziato tra le istituzioni comunitarie dovrebbe concludersi con una fumata bianca. I testi del nuovo fondo per l’Ucraina e del bilancio pluriennale approderanno per l’approvazione finale alla Plenaria dell’Eurocamera nell’ultima settimana di febbraio. Nel frattempo, Orbán ha utilizzato X per dare la sua versione dell’intesa raggiunta a Bruxelles: «L’Ungheria – scrive il premier ungherese – ha negoziato un meccanismo di controllo che garantisce l’uso ragionevole dei fondi» destinati a Kiev. «Abbiamo la garanzia – conclude – che i nostri soldi non finiranno in Ucraina».

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