Presidio contro la Rai a Napoli per il caso Ghali, spintoni e manganellate contro i manifestanti – Il video

Presente anche l’ex sindaco Luigi de Magistris: «Sono molto turbato». Il M5s: «C’è un clima da regime, Piantedosi chiarisca»

Momenti di tensione davanti alla sede Rai di viale Marconi, a Napoli, dove si è svolta una manifestazione contro la reazione da parte della tv pubblica agli appelli pro-Palestina di Ghali e Dargen D’Amico durante il Festival di Sanremo. Il presidio è stato organizzato da Potere al Popolo, Rete per la Palestina Libera e ha visto la partecipazione anche di Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli. Alcuni manifestanti hanno invocato lo «stop al genocidio» ed esibito cartelli con la scritta «IsRAIele», criticando la nota scritta dall’amministratore delegato Roberto Sergio e fatta leggere in diretta dalla conduttrice Mara Venier la scorsa domenica. Altri manifestanti indossavano maschere di Rich Ciolino, il pupazzo alieno che ha accompagnato Ghali sul palco dell’Ariston. Il corteo ha coinvolto circa duecento persone, che si sono messe a protestare davanti all’ingresso presidiato dalle forze di polizia. A un certo punto, sono partite cariche e manganellate.


De Magistris, presente alla manifestazione, ha raccontato: «È partita una carica, due o tre feriti con la testa aperta e il sangue che colava. Brutto, sono turbato e molto». L’ex primo cittadino di Napoli annuncia poi un «concerto per Gaza» che si terrà il 25 febbraio al Palapartenope e servirà a raccogliere fondi per inviare aiuti umanitari. A esprimere preoccupazione per quanto accaduto oggi sono anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai: «Le immagini che giungono da Napoli, dove all’esterno della sede Rai era stato organizzato un presidio a sostegno della causa palestinese, sono sconcertanti. Dalle prime ricostruzioni la risposta delle forze dell’ordine ai manifestanti appare del tutto sproporzionata. La misura è colma. C’è un clima irrespirabile di regime». Gli esponenti del M5s chiedono quindi al ministro Matteo Piantedosi «di assumersi la responsabilità di quanto è venuto e chiarire cosa abbia reso necessaria una simile reazione».


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