Mahmood, Fabri Fibra, Cor Veleno e tutte le nuove uscite musicali italiane: le recensioni

Dargen D’Amico – Ciao America

Ciao America è un disco che potrebbe serenamente rappresentare il manifesto dell’idea di musica di Dargen D’Amico. Un’ironia spiazzante, genialoide, alle volte alta, alle volte cruda, sempre efficace; e poi il sound fortemente colorato, estroso, danzereccio, come se ti invitasse, ballandotela, a calpestare le tue convinzioni, a lasciarti andare a queste narrazioni così intense, alle sue sonore e sacrosante prese per i fondelli. Dargen D’Amico in questo è spietato come il black umor, lo abbiamo notato a Sanremo con Onda Alta, che apre il disco, che altro non fa in fondo che ridicolizzare l’alta digeribilità delle tragedie altrui, come se non riuscissimo più a distinguere una storia raccontata al telegiornale da una raccontata in un film. Complicarti colpisce il nostro distacco emotivo, Energia Electronica il nostro desiderio di leggerezza, La chiave la nostra indifferenza, Patto di fango il nostro approccio alle criticità intime che ci presenta la vita. I brani suonano tutti, Dargen D’Amico ha un linguaggio unico, tutto suo, perfettamente distinguibile e stiloso. Il limite di Ciao America forse non sta nella qualità ma nella quantità: tredici brani, che in linea di massima tengono quasi tutti lo stesso tono, nella discografia di oggi, sono troppini, specie se così pregni di contenuti e significati, si rischia che scorrano lisci, di perdersi uno dei milioni di input, di cross, che il rapper ti fornisce, e mancare un gol perché sei troppo stanco per arrivare a raccoglierlo, calcisticamente, fa sempre un po’ tristezza. Quindi bene, di sicuro, ma anche meno.