Elezioni regionali Sardegna, la scelta sbagliata di Soru. Il discorso della sconfitta: «Non supereremo la soglia del 10%» – Il video

L’ex governatore: «Questa è la voce vera della Sardegna e quindi ne prendo atto»

Non è stata una campagna facile per Renato Soru. Staccarsi dal Pd e correre da solo alle elezioni regionali per giunta contro la figlia Camilla, candidata al Consiglio regionale con i democratici. Ma lui, fondatore di Tiscali, già presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2009, ex segretario del Pd sardo ed ex europarlamentare, ha raccolto realtà differenti e ne ha fatto una coalizione variopinta: indipendentisti, Rifondazione comunista, Azione e +Europa. E ha corso, ci ha scommesso, ma purtroppo non raggiungerà il 10 per cento che permette, in base alla legge elettorale sarda, di sedersi in consiglio. A 1500 seggi scrutinati è fermo all’8,5 per cento. Così, come ha fatto nell’infuocato discorso di chiusura della campagna elettorale, ha deciso di ammettere la sconfitta.


«Spero di aver lasciato dei segni per il futuro»

«È chiaro che non supereremo la soglia del 10%», ha dichiarato al suo arrivo in serata nella sede del comitato elettorale a Cagliari. E tra gli applausi dei militanti che lo hanno accolto ha ringraziato: «Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi mesi, è stata una bellissima campagna elettorale. Una delusione profonda perché tutti i dati che avevamo sia dai sondaggi che dalla percezione, evidentemente sbagliata, ci lasciavano intravedere un esito diverso. Però questo è quanto, questa è la voce vera della Sardegna e quindi ne prendo atto». Continuerà il sogno di Renato Soru. «Spero di aver lasciato dei segni per il futuro», assicura, forse lasciando intravedere una possibile corsa per le prossime comunali a Cagliari. Ha chiamato Alessandra Todde, candidata del campo largo Pd ed M5S che sta superando il candidato del centrodestra Truzzu. Mancata alleata, “terza incomoda” in campagna elettorale. Ma anche lì, un errore di sottovalutazione pagato caro.


(foto Ansa/Scordo)

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