Scandalo Supercoppa di Spagna, le accuse a Rubiales: «Spostò il torneo in Arabia Saudita in cambio di terreni»

L’ex presidente della Federazione, dimessosi per le denunce di molestie, è indagato per corruzione, amministrazione scorretta e riciclaggio di denaro

Avrebbe ricevuto tangenti sotto forma di terreni sui quali costruire strutture alberghiere. È questo l’impianto accusatorio contro Luis Rubiales, l’ex numero 1 della Federcalcio spagnola (Rfef) dimessosi a settembre per le accuse di molestie, nell’indagine sugli accordi tra l’organizzazione che dirigeva e l’Arabia Saudita per allargare e disputare a Riad la Supercoppa spagnola. L’intesa fu raggiunta grazie alla mediazione della società Kosmos di Gerard Piqué. Rubiales è indagato per corruzione, amministrazione scorretta e riciclaggio di denaro. La scorsa settimana gli agenti della Guardia Civil hanno perquisito la sede della Rfef e arrestato 7 persone, due delle quali sono state rilasciate nei giorni successivi. L’accordo siglato fruttò alla Federcalcio 40 milioni di euro all’anno per le sei edizioni del torneo da giocarsi in Arabia Saudita, e fu raggiunto con la promessa indebita di terreni edificabili. «Si è potuto concretizzare il ritorno di commissioni extra-contrattuali a Luis Rubiales, ed altri dirigenti e importanti impiegati e collaboratori della Federcalcio», scrive El Indipendente citando l’ordinanza della giudice istruttrice che si occupa dell’inchiesta al Tribunale di Majadahonda (Madrid), «tenendo conto della presunta consegna a queste stesse persone di terreni nel paese arabo la cui gestione, si intuisce, collegata a quella alberghiera». L’inchiesta è stata possibile grazie al contenuto della testimonianza del 15 novembre 2022 di Juan Rubiales, zio dell’ex presidente della Rfef, che si dimise da capo del gabinetto della presidenza in disaccordo con la gestione del nipote.


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