Sabino Cassese e il test per i magistrati: «Sono utili, chi giudica gli altri deve essere equilibrato»

L’esperto di diritto: «I magistrati facciano i magistrati e non gli amministratori, i legislatori, i politici»

Il costituzionalista Sabino Cassese dice sì ai test attitudinali per i magistrati. In un’intervista al Messaggero Cassese dice che «la giustizia è un servizio reso dallo Stato alla società. Più accurata è la selezione di magistrati giudicanti e di magistrati dell’accusa, meglio si serve la società». Mentre il ministro Nordio «fornisce elementi utili a valutare la decisione e indica linee d’azione condivisibili. Ritengo che bisognerebbe insistere sulla necessità di una giustizia più sollecita e sulla garanzia di un’autentica indipendenza dell’ordine giudiziario, indipendenza che oggi non c’è, oltre che sulla necessità che i magistrati facciano i magistrati e non gli amministratori, i legislatori, i politici».


Le proteste dell’Anm

Secondo Cassese «non c’è bisogno di molta dottrina per capire che chi opera giudicando altre persone deve dar prova, ben più di altri funzionari pubblici, di equilibrio, distacco, imparzialità». Mentre rispetto ai test «consiglierei di studiare l’applicazione che ne è stata fatta ai magistrati giudicanti e alle procure fuori d’Italia». Che il test lo gestisca il Csm «mi pare giusto, così come sarà giusto che il Csm applichi le norme in modo rigoroso, sia nella determinazione dei criteri, sia nello stabilire le modalità di somministrazione dei test, sia nella complessiva procedura di valutazione». Rispetto invece alle proteste dell’Anm, per Cassese «il corpo dei magistrati è composto di persone capaci, valenti, preparate, ma i suoi organi associativi hanno dato un’impronta sindacale alla loro attività. A questo si è aggiunto il culto dell’autogoverno. Si aggiunga che coloro che parlano a nome dei magistrati sono diventati strenui difensori dello ‘status quo’, come se la giustizia fosse perfetta, non perfettibile».


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