L’Iran attacca Israele con centinaia di droni e missili: «È la risposta al raid su Damasco». Netanyahu: «Rispondiamo». Biden: «Siamo con Tel Aviv».

Ferito un bimbo di 10 anni da un drone. Teheran fa sapere che «l’azione militare chiude la questione se Israele non contrattacca». Ma è pronta la risposta

L’Iran ha lanciato nella serata di sabato 13 aprile un attacco contro Israele con «decine di droni» e con missili sia di crociera che balistici. Lo ha confermato in via ufficiale lo stesso esercito israeliano. Nelle prime due ore dall’inizio dell’attacco, secondo il quotidiano Haaretz, sarebbero infatti già oltre 100 i droni intercettati fuori dallo spazio aereo israeliano – sopra Iraq e Siria in primis – con il sostegno degli Usa nonché del Regno Unito. Israele dispone di sistemi estremamente avanzati di difesa aerea per intercettare in volo droni e missili, e gli alleati, a partire dagli Usa. hanno dispiegato negli scorsi giorni ulteriori sistemi di protezione analoga. In una dichiarazione di fuoco la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha rivendicato la rappresaglia di queste ore come «un’azione militare in risposta all’aggressione di Israele contro il complesso diplomatico iraniano a Damasco», ammonendo gli Usa a «restare fuori dal conflitto».


Le minacce vicendevoli fra Tehran e Tel Aviv

La missione ha però anche indicato che dal suo punto di vista con l’azione notturna (che vedrà il suo culmine dopo le due di notte) «la questione può considerarsi conclusa» se Israele non contrattaccherà – segno che Teheran vuole al contempo evitare a ogni costo un’escalation ulteriore. Ma poco dopo l’una di notte in Italia dopo avere riunito il suo gabinetto di guerra il premier israeliano Benjamin Netanyahu che lo presiedeva ha annunciato la temuta risposta di Israele all’attacco iraniano, anche se non ne he svelato nè tempi nè modi. Venti minuti più tardi il presidente Usa Joe Biden ha comunicato: «Ho appena incontrato la mia squadra di sicurezza nazionale per un aggiornamento sugli attacchi dell’Iran contro Israele. Il nostro impegno per la sicurezza di Israele contro le minacce provenienti dall’Iran e dai suoi delegeti è ferreo». Nelle prime ore droni e missili di crociera sembrano essere stati intercettati e distrutti nella stragrande maggioranza dei casi. Qualcuno però è arrivato a terra. Secondo Magen David Adom (la Croce rossa israeliana) un bambino di 10 anni sarebbe stato ferito gravemente ad Arad, città del Sud di Israele ai bordi del deserto del Negev. Secondo un alto ufficiale americano interpellato da ABC News alle 2 del mattino ora italiana l’Iran aveva lanciato almeno 150 missili contro Israele. Molti di questi sono stati neutralizzati nei cieli di Gerusalemme dove erano diretti a colpire.


Lo spettro di un attacco su più fronti

Nella tarda serata si è diffusa la notizia che altri droni sono stati lanciati dai ribelli Houthi dello Yemen, mentre dal Libano è partita una selva di razzi da parte di Hezbollah. Secondo il New York Times altri droni o missili da crociera sono stati lanciati anche dall’Iraq, dove si muovono altre milizie sciite. Gli obiettivi designati sarebbero in particolare le Alture del Golan, al confine con la Siria, e una base aerea nel deserto del Negev, nel sud. Ed è ai residenti di queste zone, non a caso, che è arrivato il primo avvertimento da parte delle autorità israeliane a restare «nelle vicinanze dei rifugi antiaerei» sino a nuovo ordine: l’indicazione è arrivati a coloro che abitano sulle Alture del Golan, e nelle aeree di Nevatim, Eilat e Dimona nel sud. Fonti Usa hanno fatto sapere di attendersi nel complesso un lancio «tra i 400 e i 500» droni e missili da parte dell’Iran. Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha comunque ostentato sicurezza, dicendo ai cittadini israeliani che nelle prossime ore ci potranno essere inconvenienti nei sistemi Gps, e che le sirene d’allarme suoneranno solo nell’eventualità in cui uno o più dei droni dovesse entrare nello spazio aereo del Paese. «Se ci saranno altri attacchi, l’Idf darà altri aggiornamenti», ha detto ancora il portavoce. Nel frattempo un aereo di Stato israeliano predisposto per il premier si è alzato in volo, ma non vi sono conferma che a bordo vi sia effettivamente Benjamin Netanyahu. Di certo c’è che Israele ha chiuso il suo spazio aereo fino a domattina, così come hanno fatto diversi altri Paesi della regione: la Giordania, il Libano, l’Iraq, e anche lo stesso Iran. Il timore infatti è che a cascata l’attacco iraniano possa a seguire portare a un contrattacco, ancor più violento, da parte di Israele contro il regime degli Ayatollah.

I segnali e gli allarmi

Nelle ultime ore si erano fatti sempre più insistenti i segnali e le voci su un attacco imminente dell’Iran contro Israele, in risposta al raid del 1° aprile attribuito allo Stato ebraico sul consolato iraniano di Damasco. Un alto funzionario americano ha dichiarato stasera ad Al Jazeera che «c’è un’alta probabilità che l’Iran lanci un attacco contro Israele stanotte, nelle prime ore di domenica» 14 aprile. Il dirigente Usa ha aggiunto che l’attacco potrebbe avvenire «con la partecipazione dei suoi affiliati in Iraq e in Siria». Lo stesso presidente americano Joe Biden è rientrato oggi in anticipo dal Delaware per «consultazioni urgenti» alla Casa Bianca sulla crisi in Medio Oriente. E sul piano operativo gli Usa sterebbero spostando altre navi da guerra nella regione, riferisce il Wall Street Journal. Ma a indicare quanto sia concreto il rischio di un attacco iraniano a ore sono anche i segnali che arrivano da Israele: in serata l’esercito ha diramato l’ordine di chiusura di tutte le scuole a partire dalle 23 di oggi, sabato 13 aprile, e per 48 ore, salvo proroghe (nello Stato ebraico la domenica è il primo giorno della settimana). Nello stesso arco di tempo sono proibiti raduni in spazi aperti di più di mille persone. Le regole sono state indicate dal Fronte del Comando interno a seguito di una valutazione della situazione. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha poi convocato per stasera una riunione urgente del gabinetto di sicurezza e del gabinetto di guerra del Paese. Fonti israeliane citata dalla testata Ynet sostengono che l’attacco dall’Iran potrebbe colpire «obiettivi militari» dello Stato ebraico. Per precauzione rispetto al possibile precipitare degli eventi, intanto, la Giordania ha deciso di chiudere temporaneamente lo spazio aereo da questa sera stessa a tutti gli aerei in arrivo, in partenza e in transito.

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