Caso Santanchè, la linea di Meloni: via dal governo solo se rinviata a giudizio. La premier pronta a prendere il suo posto ad interim

Dopo che i pm hanno chiuso il filone di indagine sul dissesto di Visibilia, la ministra del Turismo è sempre più un caso per la maggioranza

Con la chiusura anche del filone di indagini sul dissesto dell’azienda Visibilia, dopo quella sulla gestione non regolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato durante il periodo del Covid-19, il caso Santanchè continua a rimanere sul tavolo della premier Giorgia Meloni. Nell’ultima inchiesta, i pm ritengono che la senatrice di FdI, assieme alla sorella Fiorella Garnero, alla nipote Silvia Garnero, al compagno Dimitri Kunz, all’ex compagno Canio Mazzaro e altri, abbia falsificato dal 2016 al 2022, per trarne «ingiusto profitto», i bilanci di Visibilia Editore, che dal 2014 avrebbero riportato perdite «significative». Meloni pubblicamente non si è sbilanciata sulla vicenda che vede coinvolta la ministra del Turismo del suo governo dopo il voto in parlamento che le ha rinnovato la fiducia, ma in privato le avrebbe mandato un messaggio di sostegno proprio nelle scorse ore: «Vai avanti a testa alta e con coraggio». Poche righe che sembrerebbero blindare la posizione di Santanchè nell’esecutivo, ma non a qualsiasi costo. Per Meloni infatti la linea rossa è il rinvio a giudizio. Se un giudice terzo rispetto ai pm che la accusano dovessero ritenere che esistono i presupposti per procedere, sulla base di quanto raccolto dai magistrati, allora la premier potrebbe chiedere a Santanchè di fare un passo indietro. Il gip, secondo il Corriere della Sera, non si esprimerà prima dell’estate, quindi la senatrice ha ancora diversi mesi davanti a sé. E la decisione arriverà dopo le elezioni Europee e le comunali. Quelle di Bari ad esempio, dove la questione giudiziaria ha assunto rilevanza con le inchieste che hanno toccato il Comune. E quindi la maggioranza non vorrebbe prestare il fianco alle facili critiche dell’opposizione che potrebbe accusarla di adottare due pesi e due misure. Meloni per ora non chiederà a Santanchè di farsi da parte, ma nel caso il gip dovesse chiedere il processo, il piano della premier è quello di assumere per sé, ad interim, la carica di ministro del Turismo. Dando poi il ruolo di “ministro” operativo al sottosegretario, che oggi non è nominato, come spiega la Repubblica. Tra i possibili candidati, il deputato Gianluca Caramanna, il vice capogruppo alla Camera Manlio Messina, il senatore Gianni Berrino, Sebastiano Pappalardo che è oggi nel cda dell’Enit, o l’assessore regionale al Turismo in Calabria Fausto Orsomarso.


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