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Inchiesta ultrà, gli incontri di Ferdico con Calha e Barella per i biglietti della Champions. La Procura potrebbe sentire Skriniar e Inzaghi

01 Ottobre 2024 - 23:19 Filippo di Chio
materazzi ferdico inter milan ultrà inchiesta milano
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Dai rapporti stretti con Materazzi fino agli incontri con Cuadrado. Perquisiti anche i fratelli Russo, cognato e socio in affari di Paolo Maldini

«Ci sono dei funzionari di Polizia che stanno monitorando la curva anche per l’accaduto… al povero Vittorio». È il 26 maggio 2023 e Marco Materazzi, leggenda dell’Inter, sta parlando al telefono con il capo ultrà nerazzurro Marco Ferdico. Le informazioni – sostiene Materazzi – arrivano direttamente da Javier Zanetti, suo ex compagno di squadra nonché vicepresidente della società. Il riferimento – «povero Vittorio» – è all’ex leader della Curva Nord Vittorio Boiocchi, ucciso da ignoti nell’autunno 2022 vicino a casa sua poco prima di una partita dell’Inter. Questa intercettazione, come numerosissime altre, compare nelle richieste di misura cautelare relative alla mega inchiesta con cui i pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra hanno decapitato i vertici del tifo organizzato milanese. E non è l’unico caso in cui i capi ultrà di Milan e Inter si sono direttamente interfacciati con dirigenza, ex giocatori o giocatori ancora in attività.

Le riunioni con i giocatori

Al centro delle intercettazioni sui presunti incontri con i calciatori dell’Inter c’è sempre Marco Ferdico. Hakan Calhanoglu, Nicolò Barella e Juan Cuadrado: tre dei nomi che, a quanto dice il capo ultrà, avrebbero avuto dei confronti faccia a faccia con i leader della Nord. In quella stessa conversazione con Materazzi del 26 maggio 2023, Ferdico confessa all’ex difensore di aver incontrato Calhanoglu e Barella «per parlare delle criticità sorte per la vicenda dei biglietti della Finale di Champions». Lo stesso tema per cui Ferdico aveva contattato direttamente l’allenatore nerazzurro, Simone Inzaghi, chiedendogli di intercedere presso la dirigenza affinché il numero di tifosi con biglietto potesse salire da 800 a 1.500. Un aumento che, «dopo aver appreso perfino le lamentele del calciatore turco per il comportamento della società», è stato effettivamente concesso. Non per questioni di mero tifo, ma – come ha ammesso intercettato lo stesso Materazzi – per organizzare una rivendita illecita a prezzi decuplicati «da 80 a 900 euro».

Secondo i pm Storari e Ombra, lo stesso Calhanoglu avrebbe perfino dovuto trascorrere durante il mese di agosto 2023 «una serata a cena con la propria famiglia, unitamente a quella di Bellocco Antonio», erede dell’omonima cosca della ‘ndrangheta calabrese ucciso dal capo ultrà e collega di direttivo interista Andrea Beretta lo scorso 4 settembre. In vari incontri con il giocatore turco, Ferdico avrebbe ricevuto «in dono magliette ufficiali consegnate poi a Bellocco». Il 22 agosto 2023 il capo ultrà ha anche informato Bellocco di un imminente incontro con Calhanoglu e «il calciatore colombiano dell’Inter Juan Cuadrado», che sarebbe dovuto avvenire di lì a due giorni.

Materazzi? Semplicemente «molto vicino al tifo»

Materazzi rimane non indagato, è semplicemente ritenuto «molto vicino alla società interista e allo stesso tempo legato a esponenti della Curva Nord». La vicinanza tra il tifo organizzato e l’ex giocatore sarebbe testimoniata «dalla sua presenza alla riunione del tifo interista il 14 settembre 2023. Occasione nella quale vi è stata la pubblicizzazione della birra commercializzata proprio da Materazzi e la promessa di Ferdico e Beretta ad impegnarsi affinché, in futuro, si concretizzasse la vendita esclusiva di tale bevanda nell’eventuale prossimo stadio interista». Una sorta di replica del caso Boem-Fedez, ma vestita di nerazzurro.

La Procura di Milano, visti i ripetuti contatti con giocatori e dirigenti delle società, potrebbe sentire l’allenatore Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti. Ma anche l’ex nerazzurro Milan Skriniar, che avrebbe avuto un duro faccia a faccia con membri del direttivo della Nord prima del suo addio verso il Psg, e il capitano del Milan Davide Calabria. Oltre a loro potrebbero essere ascoltati numerosi altri membri della società per verificare il grado delle “pressioni” sulle società.

Il rapporto tra ultrà e società

Nella richiesta di custodia cautelare per i 19 ultrà arrestati ieri non è tralasciato il capitolo società. Secondo i pm l’Inter «alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene indirettamente rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio». E sarebbe «incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni». Questo il motivo che ha spinto il tribunale di Milano ad aprire per la società nerazzura, così come per i cugini milanisti, il «procedimento di prevenzione». Senza richieste – almeno per ora – di amministrazione giudiziaria, ma con un contraddittorio con i legali delle due squadre milanesi.

Il 29 febbraio scorso Claudio Sala, responsabile sicurezza prima squadra dell’Inter, avrebbe dichiarato che «la società si relaziona con gli ultrà esclusivamente tramite lo Slo (Supporter Liasion Officer, la figura preposta ai rapporti con la tifoseria, ndr). Il quale, ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Ferdico Marco, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti». E proprio Ferdico, secondo i pm, sarebbe il principale responsabile «dell’ingresso di Antonio Bellocco nella Curva dell’Inter». Oltre che protagonista attivo di varie «condotte violente nei confronti di forze dell’ordine e tifosi avversari». Tra gli indagati, e anche lei agli arresti, ci sarebbe Debora Turiello. Braccio destro di Ferdico nella gestione dei rapporti con la società e anche lei protagonista di aggressioni violente, sarebbe la responsabile della «copertura ad Andrea Beretta (pregiudicato per criminalità da stadio) nella associazione We are Milano, struttura di copertura del tifo violento».

Non solo Inter

Negli indagati e nei perquisiti, ma da parte milanista, anche Mauro Russo. Fratello di Aldo, cognato di Paolo Maldini, è socio in affari dell’ex capitano del Milan e di Christian Vieri. Secondo la Procura di Milano, Mauro Russo sarebbe stato il responsabile della corruzione del consigliere regionale lombardo Manfredi Palmeri – anche lui indagato – nell’ambito degli affari sui parcheggi vicini a San Siro.

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