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Medio Oriente, l’appello del G7: «Basta attacchi e ritorsioni che rischiano di alimentare un’escalation incontrollabile»

03 Ottobre 2024 - 22:20 Redazione
La dichiarazione arriva dopo la conferenza telefonica convocata ieri, mercoledì 2 ottobre, dalla premier Giorgia Meloni

L’appello dei leader del G7 a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Medio Oriente è quello di fermarsi. Perché «un pericoloso ciclo di attacchi e ritorsioni rischia di alimentare un’escalation incontrollabile, che non è nell’interesse di nessuno». È ciò che si legge nell’incipit del nuovo documento del Gruppo dei Sette diffuso in serata da Palazzo Chigi. Dal Forum presieduto da Giorgia Meloni è arrivata la condanna «con la massima fermezza» dell’attacco dell’Iran contro Israele «che costituisce una seria minaccia alla stabilità regionale. Ribadiamo inequivocabilmente il nostro impegno per la sicurezza di Israele – si legge . Le azioni gravemente destabilizzanti dell’Iran in tutto il Medio Oriente attraverso organizzazioni terroristiche affiliate e gruppi armati – tra cui gli Houthi, Hezbollah e Hamas – così come i gruppi di miliziani allineati con l’Iran in Iraq, devono finire». Pertanto, «invitiamo tutti gli attori regionali ad agire in modo responsabile e con moderazione. Incoraggiamo tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo per allentare le attuali tensioni. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato».

A Gaza subito «cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi»

Sulla situazione a Gaza, i leader sono concordi nel ritenere che è necessario «un cessate il fuoco immediato, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria e la fine del conflitto». Dopo la riunione, i Sette appoggiano «pienamente gli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un accordo comprensivo, in linea con la risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – scrivono -. La situazione a Gaza è catastrofica e decine di migliaia di vite innocenti sono andate perdute. Ribadiamo l’assoluta necessità che la popolazione civile sia protetta e che vi sia un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli, come questione di assoluta priorità. Continueremo a lavorare per creare le condizioni per una pace duratura, che conduca a una soluzione a due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi».

La situazione in Libano «profondamente preoccupante»

Nel frattempo è indispensabile, per il Gruppo dei Sette, «una cessazione delle ostilità» al confine tra Israele e Libano «quanto prima per creare spazio per una soluzione diplomatica lungo la Linea Blu, in linea con la Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Con «l’obiettivo di ripristinare completamente la sovranità, l’integrità territoriale e la stabilità del Libano e riportare i cittadini sfollati alle loro case con sicurezza e protezione da entrambe le partiı». I leader riconoscono e si impegnano, infine, «a rafforzare il sostegno alla missione Unifil» e riaffermano l’importanza delle Nazioni unite nella risoluzione dei conflitti.

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