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Meloni-Trump, la stampa Usa incorona la premier dopo il vertice: «È l’interlocutrice n° 1 in Europa»

18 Aprile 2025 - 11:41 Filippo di Chio
trump meloni ue usa
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I media americani riconoscono i meriti della premier nel faccia a faccia alla Casa Bianca. Ma dalla difesa al commercio tra Italia e Usa restano le distanze

È una special relationship, un rapporto speciale, quello tra il presidente americano Donald Trump e la premier Giorgia Meloni. È lei – Ms. Meloni – «uno dei pochi leader europei che piacciono a Trump». Lo sottolinea in coro questa mattina gran parte della stampa Usa, riecheggiando gli elogi espressi più volte dallo stesso tycoon. È stata lei, ricordano molti media americani, l’unica rappresentante europea all’insediamento del 20 gennaio. Nel pranzo all’interno della Cabinet Room con il presidente e con il suo vice JD Vance, la presidente del Consiglio sarebbe stata individuata da Washington come il modello da seguire per gli altri Paesi europei. In concreto, la premier, che pure aveva messo in chiaro di non essere nella Casa Bianca in rappresentanza dell’Unione europea ma solo di Roma, ha strappato qualche rassicurazione – per quanto generica – da parte di Trump: «Ci sarà un accordo commerciale al 100% con l’Europa». Quella stessa Europa che, sempre secondo Trump, è stata creata «solo per fregare Washington».

L’invito a Roma e il possibile vertice con l’Ue: «Lo considererò»

All’orizzonte, per il momento, Trump non ha nessuna intenzione di parlare direttamente con i vertici di Bruxelles, in particolare con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni gli ha esteso un invito: viaggio in Italia con annesso incontro per trattare, concretamente e con tutto il Vecchio Continente, sulla questione delle tariffe. Il tycoon si è limitato a rispondere elogiando la premier, come già aveva fatto lo scorso gennaio: «Tutti la amano e la rispettano, è una persona eccezionale e mi piace molto. Non posso dire lo stesso di molte persone». Vicinanza di posizioni, dall’«anti-woke» al gender fino all’immigrazione, che anche secondo il Wall Street Journal garantiscono a Meloni «la migliore posizione per convincere Trump ad allentare la presa sull’Ue». E quell’incontro con l’Europa? «Lo considererò», ha chiosato il tycoon. Anche perché, dice la Cnn, Meloni sembra essere «l’interlocutrice più preziosa» tra Stati Uniti e Ue, in un momento in cui i fili sono tesi quasi fino a spezzarsi.

Ucraina, spese militari, surplus commerciale: il difficile connubio Usa-Italia

Certo, puntualizza il New York Times, tutti questi complimenti contraddicono e non poco lo stesso tycoon, che da settimane grida contro i Paesi che – come l’Italia – hanno un surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti. E che – come l’Italia – fanno parte della Nato e non raggiungono il 2% del Pil in spese militari. Meloni ha ribadito la promessa di aumentare la spesa, come anticipato anche dal ministro Giancarlo Giorgetti. Ma sul surplus, ironizza il quotidiano americano, c’è poco da fare: «Testimonia la fame americana per i beni di lusso italiani: spumanti, formaggi pregiati e le 3.500 Ferrari vendute negli Stati Uniti ogni anno. (Se potete permettervi il prezzo base di 250.000 dollari, il dazio del 25% imposto da Trump sulle auto importate potrebbe non essere un deterrente)». E poi c’è la questione Ucraina, che di fatto vede la Casa Bianca (che «non è molto fan di Volodymyr Zelensky») e Chigi ben distanziati. Oggi, in occasione del bilaterale con JD Vance a Roma, la premier avrà la possibilità di continuare il dialogo diretto con gli Stati Uniti.

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