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Pop industriale per Damiano, Rkomi è diventato grande. Il chill di Ghali non esalta. Le recensioni delle nuove uscite della settimana

18 Maggio 2025 - 18:40 Gabriele Fazio

Luchè – Il mio lato peggiore

Quello di Luchè è un disco molto ricco e variegato. Manca un concept perfettamente centrato attorno al quale poi sviluppare i brani, in questo disco sembrano essere le varie facce del rapper napoletano ad imporre la narrativa e, cosa non secondaria, la struttura stessa del disco. Luchè infatti si sbizzarrisce sciorinando ben 18 tracce, in 12 però è accompagnato dai più svariati featuring, il che, attenzione, riesce, come forse mai abbiamo avuto modo di constatare, a non far sì che l’album risulti meno intimo. Per fare qualche esempio, il fatto che l’apertura con un intenso parlato sulla title track sia stata affidata alla voce di Lele Adani, che è un ex calciatore e commentatore che con il rap, a parte qualche amicizia nell’ambiente, c’azzecca poco, ci sta. Il fatto che poi si possa passare in scioltezza su Miami Vice, con Sfera Ebbasta e Simba La Rue, e che Luchè dimostri una straordinaria connessione con un genere fatto da artisti più giovani e ascoltato da un pubblico ancor più giovane, dice qualcosa di lui, come uomo e come artista. Soprattutto perché poi capita che Luchè con Ginevra riporti il compaesano Geolier a versi street, che riesca a sfruttare la gigantesca presenza musicale di Rose Villain in Un milione di mani, passeggi allegramente tenendo per mano Marracash e Giorgia in La mia vittoria, un brano dalle tinte pop. Ma dentro in realtà ci troviamo di tutto: l’old school (Ilary), il banger sotto la cintura (Punto G, con Tony Effe), il rap asfissiante (XXX, feat. Giorno Giovanna, tra i nostri pezzi preferiti dell’album). Non si tratta di un capolavoro, difficilmente un disco con così tante sfaccettature può esserlo, ma l’ascolto è molto piacevole, non ci si annoia un attimo.