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Lys Gomis derubato in casa dagli amici di infanzia, l’ex portiere del Torino li perdona. Ma il giudice no: le condanne

Lys Gomis
Lys Gomis
I fatti risalgono al febbraio 2022, quando l'ex portiere granata aveva casa a Cuneo. Lui aveva ritirato le querele. Ma le indagini sono andate avanti fino al processo e alle condanne

Tre amici d’infanzia dell’ex portiere del Torino, Lys Gomis, sono stati condannati per il furto avvenuto nel febbraio 2022 all’interno della sua abitazione a Cuneo. Nonostante Gomis avesse deciso di rimettere le querele, ricorda La Stampa, alcune delle accuse erano procedibili d’ufficio, il che ha comunque portato alle sentenze da parte del Tribunale di Cuneo.

Le condanne

Mattia Arneodo, ritenuto il principale responsabile, è stato condannato a 5 anni di reclusione. Tra gli oggetti sottratti figura anche una maglietta commemorativa del Torino. Serene Cecchetto, all’epoca fidanzata di Arneodo, ha ricevuto una pena molto più lieve: 20 giorni di reclusione convertiti in una multa da 1.500 euro. Aveva ricevuto da Arneodo un tavolo proveniente dall’abitazione di Gomis, che poi aveva ceduto a un’altra persona dopo averne riconosciuta la provenienza. Felipe Lumeka Capitao, invece, è stato condannato a 2 anni e mezzo per favoreggiamento e tentata estorsione: avrebbe infatti chiesto alla vittima il pagamento di 1.000 euro per riottenere una bicicletta rubata.

Il gesto di perdono del calciatore

Durante il processo, Gomis ha espresso il desiderio di non inasprire ulteriormente la vicenda, affermando: «Mi sento responsabile e vorrei aiutarli a uscire dai loro problemi, la vicenda per me si può chiudere con delle scuse». Il calciatore, che in passato aveva accolto i tre amici nella propria casa, ha tentato così di riportare la questione su un piano umano, riconoscendo il legame personale con gli imputati.

La difesa e le contestazioni in aula

Nel corso del dibattimento, Capitao ha cercato di difendersi affermando che gli oggetti sottratti non fossero frutto di un furto, ma piuttosto un pegno lasciato da Gomis stesso per coprire debiti legati al consumo di droga. Una tesi che però non ha convinto il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, che ha replicato: «Versione illogica, non c’è una ragione per questo, perché Gomis avrebbe dovuto vessare i suoi amici?».

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