La battaglia di Amedeo Minghi contro il centro sportivo davanti casa: «Mi rovina la vista panoramica»


Sarà il Tar della Lazio a esprimersi sulla disputa giudiziaria tra Amedeo Minghi e il centro sportivo Kipling di Casetta Mattei, nella periferia di Roma. Il cantautore romano ha sporto denuncia contro i gestori del centro per via di un nuovo pallone aerostatico, una sorta di tensostruttura, che secondo lui toglierebbe «respiro e visuale» alla sua abitazione. In realtà, scrive il Corriere, Minghi non vive più in quella casa di Casetta Mattei. Anzi, di recente l’ha pubblicizzata sui social come location ideale per l’organizzazione di eventi.
La protesta di Amedeo Minghi
Fatto sta che il cantautore è ancora proprietario di quell’immobile, tramite la sua società «Le Figlie Srl». E così, quando sono cominciati i lavori di montaggio del pallone, si è subito rivolto al Comune per chiedere l’accesso a tutti gli atti autorizzativi. «Pochi mesi orsono – ha ricostruito la difesa di Minghi – hanno avuto luogo ingenti lavori edilizi di costruzione e ristrutturazione all’interno del circolo sportivo Kipling, che hanno portato all’installazione nel medesimo circolo di un pallone aerostatico di rilevanti dimensioni». Quella struttura, precisano i legali del cantautore, è collocata «a ridosso del muro che confina con via Sara Levi Nathan, a circa 8/10 metri di distanza dal muro di cinta dell’immobile di proprietà della società Le Figlie, che ostacola del tutto la vista panoramica da quel lato dell’immobile» e, di conseguenza, ne comporta «una rilevante diminuzione di valore».
Il problema del traffico e delle auto in sosta
Non solo: secondo Minghi la vista panoramica rovinata non è l’unico problema nato dopo l’installazione del pallone aerostatico. Grazie alla nuova struttura, infatti, il centro sportivo avrebbe goduto di un notevole incremento dei clienti, «che non trovando parcheggio all’interno del predetto circolo, affolla con le proprie autovetture le strade di via dei Cantelmo e di via Sara Levi Nathan (allo stato, non dotate di segnaletica volta a regolare la sosta)».
La battaglia in tribunale
Il problema è che la richiesta di accesso agli atti al Comune di Roma, datata 21 novembre 2024, è rimasta senza risposta. Così, Minghi ha deciso di presentare un esposto. E di fronte al diniego presentato dal Comune, ha spinto la vicenda fino alle aule del Tar della Lazio. Il tribunale amministrativo regionale ha accolto il principio del suo ricorso, quello riguardante il diritto di accedere agli atti autorizzativi. Ora, scrive il Corriere, la battaglia giudiziaria potrebbe spostarsi sul merito della questione, ossia sull’analisi vera e propria dei permessi concessi dal Comune al centro sportivo Kipling.