È morto Ernesto Pellegrini, addio al presidente dell’Inter dei record. Lutto al braccio per la finale di Champions


È morto a 84 anni Ernesto Pellegrini, noto imprenditore della ristorazione e ancor più noto perché artefice dell’Inter dei record. Quella dello scudetto e della Supercoppa italiana 1989, a braccetto con Giovanni Trapattoni. Quella delle due coppe Uefa tra il 1991 e il 1994, riaprendo un ciclo di vittore in Europa che si era chiuso ventisei anni prima. Fu lui a compiere il «grande tradimento» della famiglia Agnelli: gestiva tutte le mense della Fiat ma decise, appunto, di investire la sua fortuna sugli acerrimi rivali dell’Inter nel 1984. Tanto da meritarsi l’acre battuta che Gianni Agnelli rivolse a Giampiero Boniperti: «Hai sentito chi ha preso l’Inter? Il nostro cuoco». In sua memoria, l’Inter scenderà in campo stasera alle 21 per la finale di Champions League, all’Allianz Stadium di Monaco di Baviera, indossando il lutto al braccio.
Gli storici acquisti e la moglie Ivana
Tra il Milan di Sacchi e il Napoli di Maradona ci fu la sua Inter. Una parentesi stellare per la storia nerazzurra, a partire da quel tricolore conquistato nel 1989 con 58 punti in 34 partite, quando ancora le vittorie valevano solo due. Per non parlare delle due coppe Uefa, la prima – quella del 1991 – vinta 2-1 contro la Roma per interrompere un digiuno che durava da troppo tempo. Costruì l’Inter dei campioni, portando a Milano nomi come Matthaeus o Rummenigge, che strappò al Bayern Monaco per oltre 10 miliardi di lire. Puntò su Schillaci dopo Italia 90 e sull’olandese volante Bergkamp, sul capocannoniere Serena e su Berti. Tutti acquisti su cui aveva sempre l’ultima parola la moglie Ivana, che metteva alla prova i giocatori facendogli scrivere qualche frase su un foglio e valutando la loro grafia.
May 31, 2025