Acerbi dice no alla Nazionale, bordate a Spalletti: «Mi ha mancato di rispetto». Il caso Juan Jesus e la battuta sui 37 anni: ecco cos’è successo


Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi ha rifiutato la convocazione in Nazionale. Lo ha annunciato Luciano Spalletti in conferenza stampa a Coverciano, dove gli azzurri sono radunati per preparare le gare di qualificazioni ai Mondiali contro Norvegia e Moldova. Il ct azzurro ha spiegato che il difensore dell’Inter non aveva risposto alla convocazione fino a questa mattina quando, all’indomani della sconfitta in finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain, gli ha comunicato la sua scelta, prima con un sms e poi con una chiamata. Per quale motivo Acerbi ha detto di no? «Sono considerazioni personali del giocatore, ha ripensato a ciò che è successo attorno a lui», ha tagliato corto Spalletti. Ma a dar conto in maniera più estesa della rottura tra i due è stato più tardi lo stesso Acerbi.
La rabbia di Acerbi dopo il caso Juan Jesus
«Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me», scrive Acerbi su Instagram all’indomani della notte amarissima di Monaco di Baviera. Questa la spiegazione offerta per la scelta “radicale”: «Alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni per proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte». Anche Acerbi allude ma non spiega fino in fondo, ma gli indizi portano con tutta evidenza al capitolo precedente del suo rapporto con Spalletti e con la maglia azzurra. A marzo del 2024, infatti, Acerbi fu escluso dal ritiro della Nazionale per via delle polemiche sui presunti insulti razzisti che avrebbe rivolto a Juan Jesus, al tempo difensore del Napoli. Una decisione che era stata presa dallo staff azzurro «per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore». Peccato che la vicenda poi si sgonfiò, perché il giudice sportivo non ravvisò prove degli insulti razzisti e assolse pertanto Acerbi. Che da allora non ha più fatto ritorno tra gli azzurri. Ma c’è di più, perché quando nei mesi scorsi, dopo una serie di prestazioni altalenanti dell’Italia, qualche giornalista aveva provato a chiedere a Spalletti se non stesse pensando di richiamare il difensore dell’Inter lui aveva risposto abrasivo: «Ma sapete quanti anni ha? Trentasette». Acerbi, evidentemente, non ha dimenticato.
La porta aperta alla Nazionale
«Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct», si sfoga quindi ora il difensore che ha portato l’Inter in finale di Champions League con una prodezza allo scadere della semifinale contro il Barcellona. Ai suoi follower Acerbi tiene comunque a fare qualche ulteriore precisazione: «Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro». E comunque, a scanso di equivoci, «auguro il meglio alla Nazionale come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo».
Le spiegazioni di Spalletti
Spalletti in conferenza stampa aveva tentato subito di parare il colpo, anche reputazionale, provando a guardare avanti: «Per me Acerbi ha valore, sapevamo che aveva avuto dei problemi fisici, era stato operato, io avevo dato spazio a suo tempo anche ad altri difensori. Lo avevo chiamato tenendo conto di quanto propone il campionato per quanto fatto vedere specie nell’ultimo periodo», spiega. Ma Acerbi ha valutato diversamente: «Lui stamani mi ha comunicato la decisione per messaggio, poi ci ho parlato per telefono. Prendiamo atto della sua decisione. Ci sono altri giocatori meritevoli, io devo pensare a qualificare l’Italia al Mondiale», chiosa il ct. «Se verrà sostituito? Valuteremo con serenità e calma».
Foto copertina: ANSA/Matteo Bazzi