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Flavio Briatore, la verità sul lifting e l’addio all’Italia: «Perché non mi merita». Il padre che lo bocciò in quinta elementare e la paura sul figlio Falco

01 Giugno 2025 - 09:20 Giulia Norvegno
Flavio Briatore
Flavio Briatore
L'imprenditore racconta la vendita del Billionaire a Leonardo Del Vecchio e perché ha scelto proprio lui. Il rapporto con il figlio 15enne e la mega paghetta che gli concede ogni mese

Flavio Briatore non ha nessuna intenzione di spostare la sua residenza fiscale in Italia. Ma non si dica che ha scelto di trasferirsi a Montecarlo solo per ragioni fiscali. In una lunga intervista al Corriere della Sera, l’imprenditore ammette certo che le poche tasse riservate a gente come lui, oltre ai grandi campioni dello sport come Jannik Sinner, fanno gola. «Ma non vivo qui per non pagare le trasse – dice a Elvira Serra – io qui ho creato un business e per creare business scegli i Paesi che ti danno maggior protezione fiscale». Assicura di aver investito anche a Dubai, Riad. C’è poi la Spagna e l’Italia, con cui però i rapporti economico-sentimentali si sono raffreddati da tempo.

Perché l’Italia non si merita uno come Briatore

Con tutto quello che la giustizia e la burocrazia gli ha fatto, l’Italia non si merita più uno come Briatore. «L’Italia non mi ha mai aiutato – tuona l’imprenditore – veda il caso di Force Blue, e non si merita che ci viva. Siamo un Paese di Gattopardi: vogliamo che cambi tutto perché rimanga tutto uguale». Certo quando è stato male, Briatore si è fatto curare in Italia, da quella sanità che non ha granché goduto delle sue tasse pagate all’estero. È anche vero che Briatore si è rivolto alla sanità privata: «Perché abbiamo i medici più bravi del mondo – risponde lui – E comunque ho pagato tutto».

L’addio alla Sardegna e l’affare con Leonardo Del Vecchio

Se alla fine ha portato buona parte dei suoi investimenti altrove e non in Italia, la colpa secondo Briatore va attribuita tutta a «radical chic e politici». Perciò ha deciso di vendere anche il Billionaire a Leonardo Del Vecchio. Con affare che non è mai stato chiarito se sia stato da 9 milioni o da 50 milioni. E né lo fa Briatore in questa occasione. Ma spiega almeno perché ha scelto Leonardo Del Vecchio: «Il suo gruppo è molto forte finanziariamente, e mi garantiva l’occupazione di tutti i ragazzi che già avevamo». Sia chiaro però che a lui «ho venduto solo i muri, non il marchio, che resta mio». Se in Puglia neanche è riuscito a iniziare, in Sardegna ha mollato per amore non corrisposto non tanto per i sardi «con cui ho sempre avuto ottimi rapporti». Ma per chi invece «vuole che la Sardegna resti così com’è: possibile che ci siano pochissimi collegamenti con la penisola? È più facile andare a Dubai che a Olbia».

La paghetta di Natan Falco

Briatore ha due figli: Leni avuta dalla relazione con Heidi Klum e Natan Falco, avuto con Elisabetta Gregoraci. Natan è «la cosa più importante che ho», dice Briatore che confessa quanto sia difficile non viziare il figlio. Di certo gli mancherà la «fame» che aveva il padre, figlio di due maestri delle elementari in provincia di Cuneo che furono anche i suoi insegnanti. Il padre lo bocciò in quinta elementare: «Credo che lo abbia fatto per dare il buon esempio. Facevo parte del gruppo dei discoli: arrivavamo tardi in classe, giocavamo quando non dovevamo, urlavamo, non ci presentava
mo al catechismo. Cose così». Suo figlio oggi «sicuramente quella fame non potrà mai averla», dice Briatore che sulla paghetta del figlio cerca di ricordare una cifra: «Mi sembra 500 euro al mese».

La scuola di Falco che sogna i ristoranti

«Ora sta facendo la Boarding School in Svizzera: questo lo renderà più preparato di me ad affrontare il futuro». Difficile non viziarlo, al padre interessa che «la scuola vada bene. Parla quattro lingue, lo tengo al corrente di quello che succede nelle mie aziende e a lui piace molto». Non tanto la Formula 1, ritorno di fiamma del padre, quanto il food and beverage: «In uno qualunque dei nostri ristoranti conosce il nome di tutti i ragazzi. Anche in Kenya è così».

La paura di Briatore e la verità sul lifting

Tra le poche cose che sembrano impensierire Briatore c’è l’inesorabile tempo che passa: «Credo faccia paura a tutti». Soprattutto perché, a 75 anni, il timore è di avere sempre meno tempo da dedicare all’educazione dei figli: «Vorrei esserci il più a lungo possibile per fare ancora da scuola guida a Falco. Il dramma del tempo che passa è che noi non ce ne accorgiamo, ma ce ne rendiamo conto quando vediamo gli altri, che non invecchiano bene». Si dice quasi vegetariano, appassionato di minestroni, senza escludere che un giorno potrebbe anche ricorrere alla chirurgia estetica. Cosa già fatta in passato, ma nega il lifting: «magari lo farò tra un paio d’anni. Ma non mi vergogno di dire che
dieci anni fa ho fatto un intervento per eliminare il doppio mento».

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