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La Bce taglia il costo del denaro di 25 punti base, il tasso scende al 2%. Lagarde, l’incertezza sui dazi all’orizzonte: «Ma siamo ben posizionati»

05 Giugno 2025 - 14:33 Ugo Milano
Christine Lagarde
Christine Lagarde
Il prossimo taglio è atteso, secondo i mercati, per l'autunno. A spingere Christine Lagarde a questa decisione la grande incertezza, a cui contribuiscono i dazi americani

La Banca centrale europea taglia i tassi d’interesse per l’ottava volta dalla scorsa estate. Oggi la Bce ha deciso una nuova riduzione di un quarto di punto percentuale: il tasso sui depositi scende così al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%. A influire sulla decisione della presidente Christine Lagarde l’«elevata incertezza» economica che al momento impatta negativamente sugli investimenti in Europa. E il timore che le tensioni commerciali, su tutte i dazi americani, possano «acuirsi» nei prossimi mesi, rallentando la crescita.

Le stime (al ribasso) su inflazione e crescita

Come anticipato, la Bce ha stimato al 2% l’inflazione per il 2025, correggendo al ribasso dello 0,3% le previsioni di marzo. «Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema – scrive la Bce in un comunicato dopo il consiglio direttivo – l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027». Una correzione che tiene da una parte conto delle tensioni globali a livello economico e dall’altro «riflettono le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro». Confermata la stima di crescita allo 0,9% per quest’anno. Per il 2026 e il 2027, invece, la crescita si dovrebbe assestare al +1,1% e al +1,3% proprio per l’impatto che le tariffe americane potrebbero avere sulla circolazione dei beni e sugli investimenti.

Le prossime mosse della Bce: taglio in autunno e occhi al negoziato con Washington

Nel prossimo consiglio direttivo, previsto per il 24 luglio, dovrebbe secondo gli esperti interrompersi la lunga serie di tagli che è andata avanti senza soluzione di continuità dalla scorsa estate. È prevista, invece, una ulteriore riduzione del costo del denaro di un quarto di punto percentuale tra settembre e ottobre. È probabile, però, che prima di tagliare i tassi per una nona volta la Banca centrale attenda di avere una fotografia più chiara dei negoziati tra Bruxelles e Washington. Anche perché a partire dal 9 luglio, almeno teoricamente, entreranno effettivamente in vigore i pesanti dazi che il presidente americano Donald Trump ha imposto all’Unione europea.

Verso la stabilità al 2%

L’ultima riduzione del costo del denaro, seocndo Lagarde posiziona la Bce in una «buona posizione per navigare nell’incertezza che è all’orizzonte». La decisione è stata presa «quasi all’unanimità», con un solo membro del Consiglio direttivo contrario. Lagarde ha sottolineato come «la gran parte degli indicatori di inflazione di base suggeriscono una stabilizzazione sostenibile all’obiettivo del 2%», evidenziando che le previsioni al 2027 confermano un’inflazione stabile al target prefissato. Tra i fattori che contribuiscono a questo scenario positivo, la presidente ha citato l’apprezzamento dell’euro e il calo dei prezzi energetici.

Economia dell’Eurozona: luci e ombre nel panorama attuale

Il quadro economico dell’Eurozona presenta elementi contrastanti secondo l’analisi di Lagarde. Da un lato, «la manifattura si è in parte ripresa» grazie alle tensioni commerciali internazionali che hanno spinto le aziende ad anticipare le vendite. Dall’altro, «i servizi più orientati al mercato domestico stanno rallentando», mentre «i dazi e l’euro più forte rendono più difficile per le aziende esportare».

Nonostante queste sfide, la presidente della Bce ha evidenziato diversi elementi di resilienza dell’economia europea. «Ci sono molti fattori» che sostengono la tenuta del sistema economico dell’Eurozona: un mercato del lavoro che rimane robusto, stipendi in crescita che spingono i consumatori verso maggiori spese, e l’incremento degli investimenti nella spesa per la difesa che contribuisce a rafforzare la crescita complessiva.

Fine di un ciclo: dalla crisi alla normalizzazione

Con il taglio dei tassi annunciato, secondo Lagarde la Bce si avvicina «alla fine di un ciclo di politica monetaria che rispondeva a degli shock che si sono sommati l’un l’altro, incluso il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica». La presidente ha sottolineato come l’istituzione si trovi ora in una fase di transizione: «Ora siamo in un periodo diverso con diversi partner, diverse politiche».

Questa dichiarazione segna simbolicamente il passaggio da una fase di gestione dell’emergenza, caratterizzata da interventi straordinari per contrastare gli effetti di crisi successive e sovrapposte, a una nuova epoca di politica monetaria più convenzionale, adatta a un contesto geopolitico ed economico profondamente mutato.

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