Israele colpisce siti militari, l’Iran risponde con nuovi missili su Beer Sheva. Teheran: «Usa complici dei crimini di Netanyahu»
Non c’è nessun negoziato tra Iran e Stati Uniti all’orizzonte e, fino a quel momento, il programma nucleare iraniano non subirà alcun cambiamento. Dopo la frattura tra Washington e Teheran già ufficializzata ieri dall’Ayatollah Ali Khamenei, è il ministro degli Esteri Abbas Araghchi a confermare la distanza tra le parti: «Finché le aggressioni israeliane continueranno, non ci sarà spazio per il dialogo. Non avremo colloqui con gli Usa, in quanto complici del crimine israeliano». Dura la risposta da Tel Aviv, che sta continuando a bersagliare Teheran con raid e droni: «Nulla è cambiato. L’Iran sta ingannando il mondo e cercando di perdere tempo. Non ha alcuna intenzione di rinunciare al suo programma nucleare», ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar.
L’impatto a Beer Sheva, i Pasdaran: «Colpita sede Microsoft»
Salve di proiettili per tutta la notte, poi un lancio stamattina. Un singolo missile iraniano a cui gli intercettori di Tel Aviv, secondo l’Idf per un malfunzionamento tecnico, non sono stati in grado di rispondere. L’impatto nella città di Beer Sheva, che già era stata bersagliata, è stato devastante: un cratere di due o tre metri di larghezza è stato scavato in un parcheggio poco distante da una zona residenziale. Veicoli in fiamme, facciate di edifici scarnificate, vetri infranti. E fumo che, dai primi report, si innalzava dagli uffici del Gav-Yam Negev Advanced Technology Park, la Silicon Valley israeliana. «Abbiamo attaccato il sito Microsoft, perché collabora con l’esercito israeliano», hanno esultato i Pasdaran. «Il nemico sionista viene punito proprio in questo momento’», ha scritto su X la Guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei.
— OSINTtechnical (@Osinttechnical) June 20, 2025
La sede di Microsoft «solo sfiorata», danni ingenti alla zona residenziale
Ad aver subito maggiormente l’onda d’urto del proiettile sarebbero gli edifici residenziali mentre nel parco tecnologico lì accanto si contano solo «danni lievi, per lo più finestre saltate in aria». Gli uffici della Microsoft sarebbero stati solo sfiorati dal missile balistico, come hanno verificato indagini indipendenti tramite immagini satellitari e strumenti di geolocalizzazione. Sono sette i feriti finora accertati dai servizi di pronto soccorso dello Stato ebraico, accorsi sul luogo con veicoli di terapia intensiva e ambulanze.
June 20, 2025
Gli attacchi israeliani: «Colpita agenzia nucleare»
Le forze di difesa israeliane non sono state a guardare. Durante la notte, l’Idf avrebbe colpito «una dozzina di siti militari» in tutto l’Iran, tra cui la sede dell’Organizzazione della ricerca e dell’innovazione per la difesa, un’agenzia che secondo l’intelligenze iraelo-americana è connessa strettamente al programma di sviluppo di armi atomiche. Messi fuori uso anche tre lanciamissili usati dalle Guardie rivoluzionarie per colpire Israele da oltre mille chilometri di distanza.
Trump prende tempo, il petrolio ringrazia (ma lo stretto di Hormuz preoccupa)
Nel frattempo la crescente tensione in Medio Oriente continua ad avere un diretto impatto sui mercati. Dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di prendere tempo e attendere due settimane prima di decidere se attaccare o meno l’Iran, il prezzo del petrolio è calato. Il Wti del Texas e il Brent del Mare del Nord hanno ceduto più del 2% con ribassi rispettivamente a 73,4 e 76,7 dollari. Rimane comunque la preoccupazione riguardo al destino del commercio globale del greggio: se Teheran chiudesse lo stretto di Hormuz, di fatto terrebbe in ostaggio il 20% della produzione globale soffocando il mercato.