Da Sting a Sean Penn, la lettera aperta contro gli orrori sui bambini ucraini: «Deportati e costretti a dimenticare il proprio nome»


Sting, Sean Penn, Marina Abramović: sono solo alcuni dei firmatari di una lettera aperta pubblicata in esclusiva da L’Express, che denuncia con forza la «deportazione sistematica di migliaia di bambini ucraini» nei territori controllati dalla Russia. Nel documento, sottoscritto anche dal capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak e la nota avvocata Oleksandra Matviichuk, i firmatari si rivolgono all’opinione pubblica internazionale per sensibilizzare e mobilitare contro quello che definiscono «un crimine deliberato contro un’intera generazione».
I bambini deportati e rinchiusi
«Dal 24 febbraio 2022, migliaia di bambini ucraini non sono semplicemente scomparsi a causa della guerra: sono stati presi con la forza dalle loro case nelle regioni di Cherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Strappati alle loro case, alle famiglie, alla lingua e alla vita che conoscevano», inizia così la lettera aperta. Secondo indagini indipendenti citate nel documento, «molti dei bambini deportati vengono rinchiusi in istituti chiusi, inseriti in famiglie sconosciute o costretti a frequentare campi in stile militare».
Campi, rieducazione, cancellazione dell’identità
In questi ambienti, si legge nel testo, la loro identità ucraina viene sistematicamente cancellata: «A qualcuno viene detto di dimenticare il proprio nome. A qualcuno viene detto che l’Ucraina non è mai esistita». Alcuni verrebbero anche preparati all’arruolamento nelle file dell’esercito russo, in un processo che i firmatari paragonano al reclutamento di minori da parte dell’Isis. «Questo atto non è solo una violazione del diritto internazionale. È un’offesa all’umanità», si legge nella lettera. Oltre a Sting e Sean Peann, tra i firmatari ci sono anche la cantante britannica Charlotte Gainsbourg, il giornalista Bernard-Henri Lévy e lo scrittore Salman Rushdie. L’appello è quello di unirsi per denunciare la tragedia in corso e fare quindi pressione a livello internazionale.