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Schlein in nero e Meloni in rosso, i bilanci pazzi dei partiti politici. Pd in utile grazie alla caccia ai parlamentari e allo scivolo per i dipendenti

10 Luglio 2025 - 21:24 Fosca Bincher
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Il Nazareno ha accumulato in un biennio quasi due milioni di avanzo patrimoniale. Cresciute le entrate del 2 per mille, pizzicati i parlamentari che non versavano l’obolo. Vecchi dipendenti fuori con l’aiuto dello Stato, e rimpiazzati da collaboratori scelti dalla segretaria

Sembra una barzelletta, ma mentre Giorgia Meloni si è tinta di rosso, Elly Schlein si è sposata al colore nero. La sorpresa viene dai bilanci 2024 appena pubblicati da Fratelli di Italia e dal Partito democratico. E se la Meloni è appunto finita in rosso grazie alla perdita di 681 mila euro, la Schlein può sfoggiare in nero i conti del partito, grazie a un utile di 650.518 euro che porta i conti del partito ad avere un tesoretto complessivo di poco inferiore ai 2 milioni di euro. Un risultato dovuto soprattutto al boom degli incassi dal 2 mille Irpef, che nel 2024 sono ammontati a 10,2 milioni di euro rispetto agli 8,1 milioni di euro dell’anno precedente, raggiungendo il record storico per le casse del Nazareno.

La caccia ai parlamentari che si dimenticavano di versare l’obolo al partito (Schlein pure)

Per ottenere l’utile di bilancio la Schlein è andata a caccia dei parlamentari un po’ renitenti a versare al partito l’obolo mensile obbligatorio. E l’operazione ha avuto successo, visto che i contributi dei parlamentari nell’ultimo anno sono saliti da 1,8 a 2 milioni di euro. Ha contribuito lei stessa, visto che i versamenti della Schlein sono passati dai 9 mila euro del 2023 ai 29 mila euro del 2024. Ed è stato un bel salto, perché anche se alla segreteria del partito nazionale la Schlein è arrivata solo nel marzo 2023, dall’inizio della legislatura era comunque deputata, tenuta a versare l’obolo mensile.

Via i dipendenti con gli scivoli, e ora solo collaboratori fedelissimi della segretaria

Michele Fina, tesoriere Pd

Fra le strategie messe in campo per arrivare a quell’utile c’è stata anche una stretta alle spese del Pd, comprese quelle dei dipendenti, che sono stati accompagnati all’uscita nel 2024 e continueranno ad usufruire di incentivi all’esodo pagati dallo Stato anche nel 2025, perché la Schlein vuole sostituire i vecchi con collaboratori di sua stretta fiducia. Lo scrive nero su bianco l’amministratore del Pd, Michele Fina, nella sua relazione che accompagna il bilancio del partito: «Con riferimento alle spese di struttura, il Partito ha ridotto il suo organico a seguito di pensionamenti e uscite incentivate avvicinandosi all’obiettivo prefissato e considerato sostenibile in base alla situazione economica-finanziaria dell’attuale bilancio. Nel 2025 proseguirà con fermezza l’azione di ricollocazione e incentivazione all’esodo al fine di ridurre le spese fisse di struttura e rigenerare il Partito con nuove collaborazioni».

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