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«Così Corona vuole guadagnarci», la nuova querela di Raul Bova: gli audio sul tradimento, gli insulti e le «frasi umilianti»

03 Agosto 2025 - 07:10 Giulia Norvegno
Raul Bova e Fabrizio Corona
Raul Bova e Fabrizio Corona
Non solo la diffamazione e la violazione della privacy. L'accusa dell'attore contro il paparazzo, il business dietro lo scandalo

Raul Bova ha querelato Fabrizio Corona per la pubblicazione dei suoi messaggi privati con la modella Martina Ceretti sul suo canale Telegram. Non si tratta solo di diffamazione, ma anche di violazione della privacy con tanto di incitamento alla condivisione virale. Nella querela firmata dall’avvocato David Leggi, Bova contesta a Corona non solo la diffamazione per i toni usati, ma soprattutto l’«illecita diffusione di dati personali». Un reato che può costare fino a tre anni di carcere e che si basa su due elementi: l’obiettivo di guadagno e la volontà di danneggiare. C’è poi un dettaglio inedito, come riporta il Corriere della Sera: l’invito esplicito di Corona su Telegram a far girare i messaggi. Sotto il titolo “IL VOCALE DI RAOUL BOVA (Che sfigato)”, il fotografo ha scritto: «Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po’ questo “VIP”, che non sono più fighi di voi».

Il business dietro lo scandalo di Raul Bova

Per Bova e il suo legale la finalità di profitto è «innegabile». I canali social di Corona offrono servizi a pagamento e le sue pagine web ospitano pubblicità che fruttano incassi anche in base alle visualizzazioni. Il danno all’attore, secondo la querela, è «chiaro e tangibile» perché Corona «ha dato il via a una diffusione virale dei contenuti illecitamente pubblicati, strumentalizzati a fini di scherno e di irrisione».

Gli attacchi all’avvocata Bernardini de Pace

Corona ha preso di mira anche Annamaria Bernardini de Pace, che assiste l’ex genero Bova insieme a Leggi. In un post del 31 luglio l’ha accusata di «essere finta» per aver preso l’incarico dopo aver offeso Bova (suo ex genero) durante il divorzio dalla figlia. L’avvocato smentisce questa ricostruzione. Ha già annunciato anche lei querela contro Corona. Anche alla luce del fatto che Corona ha diffuso un audio in cui dice di aver ricevuto una telefonata da Bernardini de Pace tre mesi prima per avere informazioni. Telefonata che non sarebbe mai esistita, secondo Bernardini de pace.

Gli insulti a Raul Bova

Nel post Corona definisce Bova un «babbo di minchia» che cercherebbe di passare «ancora una volta per la brava persona che non è». Secondo la querela, queste frasi «ledono l’onorabilità e il decoro» dell’attore e cercano di «indurre il lettore a convincersi della effettiva rispondenza del fatto adombrato». Il punto è anche la vastità del pubblico a cui può rivolgersi Corona solo con i suoi canali. L’ex re dei paparazzi ha 1,8 milioni di follower tra i suoi account personali e professionali.

Il ricatto e l’indagine della Procura

Tutto è nato da una presunto tentata estorsione subita dall’attore. Tra l’11 e il 12 luglio Bova ha ricevuto messaggi su WhatsApp da un numero spagnolo: qualcuno gli chiedeva soldi per non inoltrare i messaggi privati a Corona. L’attore si è rifiutato di pagare e ha denunciato. Il 21 luglio Corona ha pubblicato l’audio, proprio come minacciato. Da qui è partita l’indagine del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e della pm Eliana Dolce con la polizia postale. La polizia postale ha perquisito Corona, Ceretti e Federico Monzino, l’imprenditore amico della modella che sarebbe il tramite del ricatto. Nessuno al momento è indagato. I pm stanno analizzando i dati delle celle telefoniche per trovare l’origine dei messaggi estorsivi e hanno disposto accertamenti sui conti bancari dei tre.

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