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Garlasco, la procura di Pavia: «Il dna di Ignoto 3 sulla garza forse frutto di una contaminazione durante l’autopsia»

12 Agosto 2025 - 11:23 Stefania Carboni
Chiara Poggi dna ignoto garlasco
Chiara Poggi dna ignoto garlasco
Affidate nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo per individuare le cause della morte di Chiara Poggi

«A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici». Queste le parole della procura di Pavia sul caso di Chiara Poggi e del nuovo dna rilevato su una delle garze, utilizzate sul corpo della giovane durante l’autopsia. Un aspetto che aveva acceso l’ipotesi di terze persone coinvolte nel delitto di Garlasco. Si tratta del risultato delle analisi comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani.

Il dna corrisponde a quello di un altro cadavere esaminato nello stesso giorno di Chiara Poggi

Il risultato della comparazione fatta con «preparati istologici» di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi «ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E». Quindi dna collegato al corpo di un altro uomo esaminato nelle stesse ore della giovane. La decisione di questi ulteriori, precisa la procura, è stata presa per «consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense, Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconoscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevate». «I consulenti del pm Previderè e Grignani – prosegue il comunicato -, hanno comunicato in estrema sintesi quanto segue: ‘Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una ‘garza’, e/o di una pinza utilizzata per ‘trattenere’ tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi’». La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una «concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E». Una dato, questo, che «in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E».

Affidato un nuovo incarico a Cristina Cattaneo

La Procura di Pavia intanto ha affidato nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo sulle cause della morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007 e per il cui omicidio è ora indagato Andrea Sempio mentre è già stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato della ragazza Alberto Stasi.

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