Ultime notizie DaziDonald TrumpGazaUcrainaVladimir Putin
CULTURA & SPETTACOLOCinemaDiritti TvLazioRomaSocial mediaTv

Raoul Bova non ha depositato solo il brevetto di «occhi spaccanti». Ecco la soluzione per evitare il merchandising dopo il caso sollevato da Corona

14 Agosto 2025 - 09:54 Stefania Carboni
raoul bova occhi spaccanti
raoul bova occhi spaccanti
La mossa dell'attore, aiutato dallo studio Bernardini De Pace, per arginare ogni guadagno da terzi. Sarà evitata anche la citazione per intero, non solo sui prodotti cosmetici ma anche sui video on demand

Non ci sono solo gli «occhi spaccanti» della modella Martina Ceretti nei brevetti depositati da Raoul Bova su ogni categoria mercelogica per evitare che la frase, diventata virale su tutti i social media dopo che era scoppiato lo scandalo della relazione extra coniugale e della tentata estorsione, venga utilizzata da terzi. L’attore romano, secondo le notizie di ieri, ha infatti deciso di registrare all’Ufficio Brevetti l’espressione, parte dei propri messaggi e audio WhatsApp svelati da Fabrizio Corona in una puntata del suo Falsissimo. Ma lo scorso 5 agosto non è l’unico marchio che ha depositato.

Occhi spaccanti depositati all’Ufficio Brevetti

Il «buongiorno» di Bova depositato all’Ufficio Brevetti

A scopo di tutela totale c’è un altro deposito, anche esso del 5 agosto, indicato sempre per tutte le categorie mercelogiche. L’attore, aiutato dallo studio legale dell’ex suocera, Annamaria Bernardini De Pace, ha depositato anche la seguente frase: «BUONGIORNO ESSERE SPECIALE DAL SORRISO MERAVIGLIOSO E DAGLI OCCHI SPACCANTI». Non solo quindi solo l’appellativo dedicato alla modella ma anche l’intera frase.

Il messaggio intero, il secondo deposito all’Ufficio Brevetti

Al modico costo di 509 e 16 euro la frase seguente è riservata in esclusiva per una miriade di prodotti: dal sapone alle essenze alcoliche fino ai «servizi di messa a disposizione di films, non scaricabili, per mezzo di trasmissioni di video on-demand»; «servizi di messa a disposizione di programmi
televisivi, non scaricabili, per mezzo di trasmissioni di video on-demand». Insomma, se si cita il celebre messaggio del Bova gate si rischia di pagare l’attore stesso.


leggi anche