Rita De Crescenzo e il concerto annullato a Castel Volturno. La tiktoker: «Contro di me violenza mediatica»


«Ho paura. Basta odio, basta violenza mediatica». Queste le parole della tiktoker napoletana Rita De Crescenzo che, con un comunicato, denuncia le reazioni nei suoi confronti sui social. «Io sono un personaggio colorato, sopra le righe, – spiega – e questo lo so bene. So che faccio discutere e che non piaccio a tutti. Ma quello che sta accadendo negli ultimi giorni non è assolutamente giusto». De Crescenzo, che molti conosceranno per il caso del turismo di massa a Roccaraso o per aver recentemente partecipato a un video con un consigliere dentro gli uffici della Regione Campania (con tanto di Inno di Mameli), è travolta dalle polemiche per un concerto annullato a Castel Volturno. Ha chiesto un concerto in piazza per la sua gente ma la replica del sindaco Pasquale Marrandino non si è fatta attendere: «Non conoscevo l’attività della signora De Crescenzo e non pensavo facesse spettacoli nei locali tanto meno eventi pubblici nelle piazze. La ringrazio per la disponibilità ma non ritengo sia il caso di accettare».
«Parole pesanti che finiscono per etichettarmi e per mettere la gente contro di me»
«I sindaci hanno tutto il diritto di non autorizzare un mio concerto – sottolinea la tiktoker, facendo riferimento ai dinieghi di alcuni primi cittadini – è legittimo e non contesto questo. Quello che però non accetto è che queste decisioni vengano trasformate in dichiarazioni eclatanti, ‘sparate’ sui giornali con parole pesanti che finiscono per etichettarmi e per mettere la gente contro di me. Da quando sono uscite queste frasi mi stanno arrivando insulti, offese e perfino minacce». E ricorda che «è una donna, una madre, una persona come tutte le altre». «Ho paura di una società in cui la violenza sulle donne è già troppo diffusa e in cui persino chi ricopre un ruolo istituzionale può contribuire ad alimentare odio nei miei confronti. Una cosa è dire ‘non autorizziamo uno spettacolo’, un’altra è trasformare quel rifiuto in una campagna pubblica che mi mette alla gogna. Questo non è solo un attacco al mio personaggio, è una forma di violenza mediatica che mi ferisce come donna e come persona. Chiedo rispetto. Non chiedo approvazione né applausi, ma solo che si smetta di alimentare odio. Basta violenza, anche quella verbale», conclude.