Italia-Israele, Gattuso: «Sono un uomo di pace, ma ci dobbiamo giocare»


«Italia-Israele non si dovrebbe giocare? È una considerazione del sindaco di Udine, che rispetto. Io sono un uomo di pace e mi auguro che in tutto il mondo ci sia la pace. Fa male al cuore vedere civili e bambini che ci lasciano la vita, dopo però noi facciamo un altro mestiere». Queste le parole del ct della nazionale Rino Gattuso, nella sua prima conferenza stampa dal ritiro di Coverciano in vista degli impegni contro Estonia e Israele validi per la qualificazione al Mondiale 2026. «Israele è nel nostro girone, ci dobbiamo giocare», ha aggiunto.
«Nessuna paura, sono carico a molla. Non possiamo sbagliare»
«Il mio stato d’animo? Nessuna preoccupazione né paura, sono carico a molla, l’ho detto da subito: non ho paura e sento la responsabilità perché ho già vestito questa maglia, le somme poi le tireremo alla fine», ha assicurato Gattuso. «Cosa chiederò ai giocatori? Intanto non servono le parole, bisogna parlare in campo – ha risposto Gattuso – Mi aspetto senso di appartenenza, voglia di sacrificarsi, far sentire dal compagno anche cose scomode, non sempre accomodanti. La paura non deve entrare in noi, bisogna essere squadra, ribattere colpo su colpo: abbiamo bisogno di un gruppo di 27-28 giocatori, non ci è mai mancata la voglia di lottare e il carattere, lo dice la nostra storia e questa è sempre stata la nostra forza». Quindi un ringraziamento al pubblico di Bergamo, che per venerdì si annuncia numerosissimo. «Speriamo di dare una gioia, e faccio un appello perché vengano in tanti anche quando giocheremo in ottobre con Israele a Udine, c’è bisogno di entusiasmo e sostegno, non possiamo più sbagliare».