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«Sui gay cattolici papa Leone come Francesco», com’è andato l’incontro in Vaticano col gesuita Martin: le frasi dalla «frociaggine» alle benedizioni

01 Settembre 2025 - 18:09 Giovanni Ruggiero
Papa Leone con padre Martin
Papa Leone con padre Martin

La posizione di papa Leone XIV su se e come accogliere i cattolici gay nella Chiesa non sarebbe tanto diversa da quella di Papa Francesco. E poco male se a Bergoglio scappò anche quel «c’è già troppa frociaggine nella Chiesa», commentando il metodo di selezione per gli aspiranti sacerdoti. La conferma di una sostanziale apertura è arrivata da padre James Matin, gesuita da sempre vicino alla comunità dei cattolici Lgbtq+.

L’incontro tra padre Martin e papa Leone

Sui social, padre Martin ha commentato l’udienza ottenuta da Prevost. Nonostante l’agenda fittissima, il papa lo ha incontrato nel Palazzo Apostolico. E tanto è già bastato per dare un segnale, a pochi giorni dalle giornate del Giubileo dedicate proprio alla comunità Lgbtq+: «Sono stato onorato e grato di incontrare il Santo Padre questa mattina in udienza nel Palazzo Apostolico, e mi ha commosso ascoltare lo stesso messaggio che ho sentito da Papa Francesco sui cattolici Lgbtq, che è un messaggio di apertura e accoglienza». Martin ha poi aggiunto di aver trovato papa Leone: «Sereno, gioioso e incoraggiante. Per me – ha aggiunto – è stato un incontro profondamente consolante. Per favore pregate per il Santo Padre!».

Le aperture dal Brasile e il richiamo al Catechismo

Ben prima delle controverse frasi sulla «frociaggine» attribuite a Bergoglio in riunioni a porte chiuse, il pontefice argentino aveva creato un clima di grandi aspettative per la comunità cattolica Lgbtq+. Per esempio quando disse di ritorno dal Brasile nel 2013: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?». Lui stesso ha ribadito però di attenersi al Catechismo della Chiesa cattolica, quindi accoglienza e sostegno alle persone. Ma senza dimenticare la condanna per «ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio», come scrisse proprio in una lettera a padre Martin.

La presunta benedizione delle coppie gay

Altro momento di polemiche e dibattito interno alla Chiesa lo alimentò la «Fiducia Supplicans» del dicembre 2013. Si trattava i una dichiarazione del prefetto dell’ex Sant’Ufficzio, il cardinale Victor Manuel Fernández, e approvata dal Papa in udienza, che conteneva la possibilità di benedire le coppie gay. Dall’Africa, cardinali e vescovi più conservatori minacciarono lo scisma, così come protestarono dagli Stati Uniti. Francesco dovette metterci una pezza qualche settimana dopo, spiegando che non si doveva benedire l’unione di per sé, ma le persone. Ma rapidamente, massimo una ventina di secondi, così che nessuno si mettesse in testa che quella coppia di due persone dello stesso sesso davanti a un prete che li benediva si stesse sposando.

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