Audio rubati a Raoul Bova, guai grossi per Federico Monzino: il pr indagato per tentata estorsione


La Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati Federico Monzino, noto imprenditore e pr, sospettato di essere l’autore dei messaggi anonimi che minacciavano Raoul Bova in merito alla vicenda degli audio rubati. L’accusa ipotizzata è quella di tentata estorsione. Secondo gli inquirenti, Monzino avrebbe utilizzato una sim spagnola per inviare minacce a Bova, chiedendo un «regalo» in cambio del silenzio su conversazioni private e audio intimi. Il primo messaggio risale all’11 luglio scorso e faceva riferimento a materiale sottratto dal telefono dell’attore mentre era «malato», come riportato dagli investigatori. Dieci giorni dopo, il contenuto veniva diffuso sul canale YouTube Falsissimo, gestito dall’ex fotografo Fabrizio Corona.
Bova ascoltato dai pm
Martedì 16 settembre mattina, Bova è stato ascoltato dai pm come parte offesa. «Sono rimasto sconvolto, perché le minacce sono diventate realtà», ha raccontato, riferendosi al tentativo di ricatto per non rendere nota la sua relazione con Martina Ceretti. «Quando ho ricevuto la prima telefonata, ho subito capito quale fosse lo scopo di chi mi chiamava – ha spiegato l’attore, come riporta il Corriere –. Chi fosse al telefono, non lo so. Ma non mi sono intimidito neanche per un secondo». Per circa un’ora Bova ha ricostruito le tappe della vicenda. «Ho capito subito che era una situazione seria. Ho detto che non mi sarei piegato e ho subito denunciato. Non avevo nulla da nascondere», ha precisato.
I punti ancora da chiarire
Restano ancora due punti chiave da chiarire. Non è stato possibile identificare chi abbia effettuato la telefonata minatoria con l’utenza spagnola, né è chiaro il ruolo di Martina Ceretti nella vicenda. La giovane influencer, sparita dai social dopo lo scandalo, non è stata ancora sentita dagli inquirenti, né come persona informata sui fatti né come indagata. Anche la posizione di Fabrizio Corona resta in parte in ombra: al momento non risulta indagato per la pubblicazione dei contenuti riguardanti la relazione.
I ricatti e le ripercussioni sulla vita privata di Raoul Bova
L’attore in procura ha ribadito le motivazioni della denuncia, descrivendo la pressione esercitata dai messaggi e sottolineando il danno subito a livello personale e professionale. Il suo legale, David Leggi, ha confermato che la testimonianza ha evidenziato il carattere ricattatorio delle comunicazioni ricevute. La vicenda ha avuto ripercussioni anche sulla sfera privata dell’attore: è terminata la relazione con Rocío Muñoz Morales e sono in corso le procedure legali per garantire la tutela delle figlie.
La denuncia al Garante della Privacy per diffusione «illecita e virale»
Parallelamente, Bova ha denunciato al Garante della privacy la diffusione «illecita e virale» dei file, coinvolgendo grandi piattaforme come Meta, Google, TikTok, X e YouTube, e ha persino registrato come marchio la frase “occhi spaccanti” per proteggersi dall’uso improprio della sua immagine. L’indagine punta ora a chiarire l’intera catena di diffusione dei materiali e a identificare eventuali altri responsabili oltre a Monzino. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere come si sia trasformato un messaggio privato in uno scandalo di portata nazionale.