Caso farfalle, l’ex dt Emanuela Maccarani rinviata a giudizio: l’udienza fissata a febbraio


Emanuela Maccarani, ex direttrice tecnica della Nazionale di ginnastica ritmica, dovrà affrontare un processo per maltrattamenti aggravati ai danni di minori. La decisione è arrivata dal Gup di Monza, Silvia Pansini, che ha fissato l’apertura del dibattimento al prossimo 10 febbraio. Secondo l’accusa, l’ex dt avrebbe imposto alle sue atlete giovanissime un clima fatto di pressioni psicologiche, insulti, umiliazioni e metodi di allenamento giudicati lesivi. Un quadro che, se confermato in aula, potrebbe incrinare non solo la sua figura, ma l’intero sistema della ginnastica di alto livello in Italia.
Le denunce e la difesa di alcune atlete
Il procedimento nasce dalle denunce di alcune ex ginnaste, che hanno raccontato episodi di sofferenza emotiva e fisica vissuti negli anni della loro crescita sportiva. Voci che hanno avuto la forza di rompere il silenzio e aprire uno squarcio su un ambiente spesso descritto come rigido e impenetrabile. La vicenda, però, non è univoca. A difendere Maccarani sono intervenute cinque atlete della Nazionale attuale e recente – Alessia Maurelli, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Martina Santandrea e Laura Paris – che, in lettere consegnate al giudice, hanno preso le distanze dalle accuse: «Non ci riconosciamo come parti offese, Emanuela Maccarani è stata una persona importante nella nostra vita, sportiva e non», hanno scritto in un passaggio, come riporta l’ANSA.
Il processo a febbraio 2026
L’inizio del dibattimento è fissato per il prossimo 10 febbraio. Ad essere processato, sarà l’intero sistema ginnastica. Le accusatrici di Maccarani, Anna Basta e Nina Corradini – che hanno fatto scoppiare il caso nel novembre del 2022 – chiederanno di costituirsi parte civile durante la prima udienza.