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«Non importa se urla, sarà divertente». Gli stupri sadomaso del finanziere Howard Rubin e della sua assistente: cosa c’è dietro il nuovo caso Epstein

27 Settembre 2025 - 16:16 Filippo di Chio
stupro violenza howard rubin jeffrey epstein
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Il 70enne, re di Wall Street, e la sua assistente Jennifer Powers dovranno rispondere alle accuse di violenza sessuale, traffico sessuale e trasporto di persone a scopo di prostituzione oltre ai confini statali. Entrambi rischiano l’ergastolo

In cima alla Metropolitan Tower, a quattro passi da Central Park a New York, c’è un attico di lusso che si affitta con 18mila dollari al mese. Nel bel mezzo di una stanza, dipinta di rosso e con serrature a scatto, c’è una croce con quattro catene agli estremi e due cavi per dare la scossa. È solo uno degli strumenti di tortura che il finanziere Howard Rubin ha usato per torturare, seviziare e stuprare una decina di donne. A coordinare questa rete di sfruttamento femminile durata circa dieci anni sarebbe stata la sua segretaria, Jennifer Powers, con cui il businessman discuteva apertamente delle sue pratiche: «Dobbiamo farla piangere, non mi importa se urla», le scrive lui. Powers e Rubin sono finiti in manette nella giornata di ieri, venerdì 26 settembre, e saranno trasferiti a Brooklyn per un processo che tanto assomiglia a quello celebre di Jeffrey Epstein

La “Prigione” in centro a New York City

Era iniziato tutto nel 2009 in una stanza di un hotel di lusso a Manhattan. Poi il 70enne – con un passato illustre tra Merrill Lynch, Bear Stearns e Soros Fund Management – si è spostato nell’attico dal 2011 al 2019. La stanza dell’orrore la chiamava “The Dungeon”, la prigione. Le pareti erano insonorizzate, all’interno una miriade di attrezzatura per pratiche Bdsm, atti sessuali estremi che comprendono la dominazione dell’altro, l’uso di corde e il dolore come piacere. Nel caso di Rubin, però, le pratiche sarebbero andate ben oltre quanto pattuito con le donne che incontrava.

Il ruolo di Powers: i voli, i bavagli e gli accordi per assicurarsi il silenzio

Il meccanismo era ben rodato. La scelta ricadeva su donne con problemi di tossicodipendenza, di alcolismo o di soldi. Venivano fatte arrivare via aereo a New York dietro alla promessa di denaro in cambio di atti sessuali. Nell’attico, dopo aver assunto alcol e droghe per essere stordite e per «sentire meno il dolore», subivano violenze ben oltre quanto pattuito. Secondo gli inquirenti, pur avendo fornito alle ragazze una “parola di sicurezza” per interrompere l’atto, il finanziere le imbavagliava per impedire loro di parlare o semplicemente faceva finta di nulla. In mano all’assistente Powers, oggi 45enne, c’era tutta la logistica dei trasporti e della pulizia. Oltre che la parte più delicata: la conservazione degli “accordi di non divulgazione” firmati dalle vittime. Non potevano farne parola con nessuno, pena una multa di 500mila dollari.

I messaggi e le scosse alle parti intime: «È al verde, farà qualunque cosa»

In totale Rubin avrebbe speso circa un milione di dollari per portare avanti questa rete illegale di prostituzione e violenze a uso esclusivamente personale. Il finanziere scriveva spesso alla fidata assistente, scherzando con lei riguardo a quanto accadeva nel “Dungeon”. Si parla di scosse alle parti intime, con annesse lamentele per la scarsa potenza dell’elettrocuzione. Ma anche di una donna che ha ingerito «un sacco di Valium» per sopportare il dolore delle pratiche: «Odia essere sottomessa, ma è al verde e farà qualunque cosa. Dobbiamo farla piangere», scriveva Howard Rubin. E rivolto a un’altra vittima: «Non importa se urla, sarà divertente», si legge. Il 70enne avrebbe poi proceduto a sedare la giovane donna per poter «mettere in atto la fantasia sessuale di uno stupro»

Cosa rischiano Howard Rubin e Jennifer Powers

Howard Rubin è stato arrestato nella sua dimora in Connecticut, la 45enne Powers in Texas. Per entrambi è previsto il trasferimento a Brooklyn, dove saranno messi alla sbarra e dovranno rispondere alle accuse di violenza sessuale, traffico sessuale e trasporto di persone a scopo di prostituzione oltre ai confini statali. Entrambi rischiano l’ergastolo. Non è però la prima volta che questi fatti vengono alla luce. Nel 2017 Rubin era già stato citato a giudizio da alcune vittime, pur continuando imperterrito le sue attività criminali. Nel 2022 è stato condannato solo per traffico di esseri umani pagando una multa da quasi 4 milioni di dollari. 

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