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Gli agenti dell’ICE di Trump cercheranno clandestini anche allo show nel Super Bowl di Bad Bunny: «Vi troveremo e vi deporteremo»

02 Ottobre 2025 - 14:47 Gabriele Fazio
Il cantante portoricano, tra gli artisti più ascoltati al mondo, aveva escluso gli Stati Uniti dal suo prossimo tour per paura che l'ICE tendesse agguati al suo pubblico

«Non c’è nessun posto che possa rappresentare un rifugio sicuro per le persone che si trovano illegalmente in questo Paese. Né il Super Bowl né altrove. Vi troveremo. Vi arresteremo. Vi metteremo in un centro di detenzione e vi deporteremo» sono queste le parole pronunciate in un podcast da Corey Lewandowski, ex responsabile della campagna di Donald Trump, oggi braccio destro del Segretario del Dipartimento della Sicurezza Interna Kristi Noem.

Il riferimento al Super Bowl, che quest’anno si terrà l’8 febbraio al Levi’s Stadium di Santa Clara in California, non è casuale perché Lewandowski si riferiva proprio all’Halftime Show del più importante evento sportivo statunitense, quest’anno affidato a Bad Bunny. Trentun’anni, portoricano, per anni l’artista più ascoltato al mondo su Spotify (ad oggi superato solo da Taylor Swift), Bad Bunny è il re del reggaeton e della trap latina. Ha vinto 3 Grammy. Ospite del noto podcast In The Arena with Benny Johnson, Lewandowski commenta la scelta di affidare proprio a Bad Bunny quello che è l’evento televisivo più atteso e guardato dell’intero palinsesto televisivo americano: «È davvero vergognoso che abbiano scelto qualcuno che sembra odiare così tanto l’America».

Bad Bunny non andrà in tour negli Stati Uniti per colpa del «fottuto ICE»

L’Halftime Show del Super Bowl rappresenterà l’unica occasione che il pubblico americano avrà per assistere ad un’esibizione di Bad Bunny. Il suo attesissimo Debí Tirar Más Fotos World Tour, in programma da dicembre 2025 a luglio 2026, non farà tappa negli Stati Uniti. Una scelta ben precisa del cantautore portoricano per paura che l’ICE, l’Immigration and Customs Enforcement, possa fare retate. Bad Bunny ha spiegato alla rivista ID: «Non è odio verso gli Stati Uniti. Tutti gli spettacoli che ho fatto in passato hanno avuto successo. Sono stati tutti magnifici. Mi è piaciuto entrare in contatto con i latinoamericani che vivono negli Stati Uniti. Ma c’era il problema del fottuto ICE che potrebbe stare fuori dal mio concerto. Ed è qualcosa che ci preoccupava molto».

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