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Chef Rubio andrà a processo per aver diffamato David Parenzo. Il giornalista: «Dopo il 7 ottobre un’escalation nei miei confronti»

21 Ottobre 2025 - 15:42 Ugo Milano
chef rubio rubini david parenzo diffamazione
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Nell'ottobre 2023 Rubini aveva accusato il conduttore de "L'aria che tira" di «diffondere menzogne e giustificare il genocidio» palestinese

Un tempo cuoco e personaggio televisivo, negli ultimi anni Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ha fatto piuttosto parlare di sé per il suo accesso sostegno alla causa palestinese, che non di rado ha ecceduto in attacchi personali a vari personaggi, dalla senatrice Liliana Segre alla giornalista Cecilia Sala, passando per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il segretario della Lega Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni. Nel mirino di Rubini è finito anche il giornalista David Parenzo, che dopo una serie di tweet violenti ricevuti ha deciso di costituirsi parte civile. La vicenda è ora in tribunale: allo chef è contestato il reato di diffamazione aggravata.

Il tweet incriminato

Al centro del procedimento a carico di Chef Rubio c’è un post in particolare, pubblicato il 12 ottobre 2023, quindi pochi giorni dopo il massacro compiuto da Hamas. Secondo quanto si legge nel capo di imputazione, Rubini «offendeva la reputazione di Parenzo scrivendo, nel rivolgersi al medesimo in risposta ad un suo post sul conflitto israelo-palestinese: “Il miracolato #Parenzo suprematista odiatore antimusulmano, antiarabo e antisemita (i palestinesi sono semiti, lui e i sionisti no), continua a diffondere menzogne per disumanizzare i palestinesi e giustificare il genocidio. Noi confermiamo che sostieni il terrorismo ebraico…”». Nel post Rubini aveva allegato un articolo, pubblicato da Parenzo, in cui il giornalista faceva riferimento a bambini decapitati durante l’attacco di Hamas.

L’imputazione di Rubini e la testimonianza di Parenzo

In virtù di questi contenuti, a Rubini viene contestato il reato di diffamazione con le aggravanti dell’attribuzione di un fatto determinato, dell’offesa recata col mezzo di un social network di ampia diffusione e della finalità di discriminazione o odio razziale e religioso. Nell’udienza tenutasi oggi in tribunale a Roma, David Parenzo ha raccontato come è venuto a conoscenza della cosa. «Il post di Rubini mi fu segnalato. Lui già aveva fatto il mio nome anche in altri post, ma dopo il 7 ottobre c’è stata una escalation e a un certo punto ho smesso di “seguirlo” sui social. Nel post, oltre alla definizione di suprematista e anti-arabo, vengo “accusato”, per il solo fatto di essere ebreo, di aver sostenuto il terrorismo ebraico e di scrivere fake news».  Il processo è stato aggiornato al 24 febbraio, quando è previsto l’esame dell’imputato e la discussione.

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