Allegra Gucci e la madre Patrizia Reggiani: «Ero convinta della sua innocenza, poi il buio. Non auguro a nessuno la mia vita»

«Mamma è una donna che non sta bene, dalla personalità narcisista, egoista e borderline, ma prima è stata anche una donna orgogliosa e generosissima». Ne è convinta Allegra Gucci, erede della famiglia proprietaria fino a 30 anni fa della storica casa di moda, che ha deciso di raccontare la sua storia e quella dei genitori. Prima il libro nel 2022, ora la serie che ne sta nascendo: Fine dei giochi. La figlia di Maurizio Gucci, ucciso nel 1995 in un agguato ordinato dall’ex moglie Patrizia Reggiani, si è raccontata in un’intervista a Repubblica: «Il mio obiettivo è la verità. Mostrare che dietro il mio cognome ci sono una famiglia, dei valori e delle persone». Da qui la decisione di spingere per la serie diretta da Gabriele Muccino: «Per cancellare quell’orrido film di Ridley Scott con Lady Gaga, pieno di stupidaggini e stereotipi offensivi, davvero un’occasione sprecata, e per ridare dignità a mio padre e mia madre, pur nella loro enorme complessità e infinite contraddizioni».
Il giudizio sui genitori
«Mio padre? Non un uomo perfetto né un padre perfetto, ma chi lo è? Lo hanno sempre descritto malissimo, e lui non si è potuto difendere. Dovevo rendergli giustizia. Mia madre è una donna di 77 anni, segnata dalla vita e dall’operazione al cervello. Oggi mi prendo cura di lei insieme a mia sorella Alessandra: per tutti eravamo solo le due eredi, invece eravamo due ragazzine nella tempesta, due orfane. Questa cosa ancora mi sconvolge». All’epoca dell’omicidio Alessandra aveva 18 anni e Allegra appena 14. «Mamma è una donna che non sta bene, dalla personalità narcisista, egoista e borderline, ma prima è stata anche una donna orgogliosa e generosissima. Sono certa che con papà si siano amati moltissimo, anche se poi furono capaci di ferirsi in modo altrettanto potente. Può succedere, quando l’amore finisce».
La madre in carcere: «Ero convinta fosse innocente, poi il buio»
«Per decenni sono rimasta convinta della sua innocenza. Poi, l’intervista con quell’ammissione di non essere colpevole ma neppure innocente mi fece precipitare nel buio più profondo. Ho raccolto i pezzi, mi sono ripetuta: “Non può averlo detto, non è lei”. Patrizia Reggiani non realizza quello che è accaduto, non c’è, non ricorda neppure tutto. Però le va dato atto di avere resistito alla prigione con una forza incredibile. È stata vittima di miserabili manipolatori». E racconta un aneddoto sui colloqui con la madre in carcere: «Si presentava in tacchi alti, si truccava ogni mattina, era sempre elegante. L’unica volta che la vidi trasandata fu il giorno prima del tentato suicidio al carcere di Opera, dove l’avevano trasferita e dove si mise un cappio al collo».
Ti potrebbe interessare
- Patrizia Reggiani e la trappola dell’amica Loredana Canò, dall’amicizia in cella con Lady Gucci al «controllo assoluto del patrimonio»: perché l’hanno condannata a 6 anni
- Eredità Lady Gucci, condannata a 6 anni e 4 mesi l’ex compagna di cella di Patrizia Reggiani: «Ha manipolato le sue decisioni economiche»
- Benedetto Ceraulo morto in ospedale: l’assassino di Gucci si era sparato in testa dopo aver ferito il figlio
Il futuro della maison
Dal 1993 il marchio Gucci non ha più niente a che fare con la famiglia che lo ha creato. «Vedo la storia della mia famiglia e un po’ di storia italiana, vedo Aldo e Rodolfo Gucci, vedo mio padre. Vedo l’impegno, la ricerca dello stile e di un’eleganza che ha attraversato il tempo. E anche se quel brand è stato spremuto, penso che un giorno possa recuperare tutto il suo senso». Poi torna sugli strascichi delle vicende giudiziarie: «Non so se arriverà davvero una fine dei giochi. Mi basterebbe arrivasse la fine dei giochi sporchi. Dopo la morte di mio padre siamo rimaste io, mia sorella e mia madre, più mia nonna Silvana che non era proprio la nonna delle favole. Quasi tutti si sono dati alla macchia».
La serie in arrivo: «Chi farà mia madre? Ho fiducia in Muccino»
«La mia speranza è che questa non sarà soltanto una serie, ma La Serie». Ne è convinta Allegra Gucci, che parla di una «produzione tutta italiana, dalla regia al cast: l’italianità, del resto, è sempre stata il segno più profondo dello stile Gucci». Nessun veto su chi interpreterà la madre madre, Patrizia Reggiani, condannata come mandante dell’omicidio del 27 marzo 1995: «Ci penso spesso e però no, quella figura non mi appare. Dovrà pensarci Gabriele, nel quale ho totale fiducia perché conosco la sua sensibilità».
