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Fabrizio Corona al pentito che lo accusa di rapporti con la mafia: «Un criminale scappato di casa. Non querelo, rido»

25 Ottobre 2025 - 15:47 Ugo Milano
corona
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L’ex re dei paparazzi risponde alle dichiarazioni di William Alfonso Cerbo, collaboratore di giustizia nel processo “Hydra”, che lo accusa di contatti con il clan Mazzei. «Non conosco nessuno di loro, è solo un modo per evitare la condanna»

Non si è fatta attendere la reazione di Fabrizio Corona dopo le nuove accuse emerse nell’inchiesta “Hydra”, il maxi procedimento della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano sull’alleanza tra Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra in Lombardia. Il nuovo collaboratore di giustizia William Alfonso Cerbo, detto “Scarface”, ha sostenuto di aver visto Corona in contatto con esponenti del clan Mazzei di Catania. In una storia pubblicata su Instagram, l’ex fotografo dei vip ha liquidato le dichiarazioni come «una trovata per farsi pubblicità». «Si è buttato pentito anche se non sa nulla, solo per salvarsi dalla condanna», ha scritto Corona. «Per avere attenzione dalla Procura dice che mi conosceva e che avevo rapporti con i clan per un recupero crediti. Io, che me li recupero tutti da solo».

L’indignazione di Corona: «La legge e la stampa italiane fanno pena»

Sempre sui propri canali social, Corona, che al momento non risulta indagato, ha poi aggiunto: «Non conosco e non ho mai visto nessuno di questi. Rido perché è l’ennesima prova di quanto la legge e la stampa in Italia siano arrivate a un livello pietoso». Corona ha poi concluso con una domanda retorica: «Tutto questo tempismo è dovuto al fatto che attacco la magistratura o perché ho detto al figlio di Riina che suo padre fa schifo?».

storia Fabrizio Corona
La storia Instagram di Fabrizio Corona

Le accuse di “Scarface”

Secondo i verbali consegnati ai magistrati Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane, Cerbo avrebbe riferito che Corona avrebbe chiesto aiuto a Gaetano Cantarella, considerato un emissario del clan Mazzei a Milano, per un recupero crediti di 70mila euro legato a una presunta truffa subita da un amico. Il pentito sostiene anche che nel 2011 l’ex fotografo e Cecilia Rodriguez si fossero recati nella sua discoteca “Bho” di Catania. Le dichiarazioni di Cerbo rientrano nel più ampio quadro dell’inchiesta “Hydra”, che ha ricostruito una “alleanza a tre teste” tra organizzazioni mafiose operanti nel Nord Italia. Gli inquirenti stanno ora verificando la credibilità del nuovo collaboratore e la veridicità delle sue affermazioni.

Le altre rivelazioni: il nome di Lele Mora

Nei verbali, Cerbo cita anche Lele Mora, con cui avrebbe discusso nel 2019 di presunti affari legati all’Ortomercato di Milano. «Andammo a cena a casa sua — racconta — per parlare di forniture di frutta. Mi disse di avere rapporti stretti con il presidente della Sogemi e che avrei potuto essere utile grazie ai miei prezzi». Queste dichiarazioni sono ora al vaglio della Procura antimafia di Milano, guidata da Marcello Viola, che prosegue l’esame dei verbali di “Scarface” — un ex imprenditore catanese oggi collaboratore di giustizia, noto per la sua passione per Tony Montana, tanto da farsi costruire un trono identico a quello del film Scarface.

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