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Sanremo a caccia di superospiti: ci saranno i Pooh ma da anni manca una star musicale internazionale. Ecco quali sono state le ultime ospitate davvero super al Festival

27 Ottobre 2025 - 17:00 Gabriele Fazio
La band festeggerà in Liguria ben 60 anni di carriera, come aveva fatto anche 10 anni fa. Nel frattempo, gli ospiti di livello davvero mondiale sono diminuiti, ecco chi è passato dall'Ariston da allora

Un paio di giorni fa i Pooh hanno dichiarato al Messaggero la loro presenza al prossimo Festival di Sanremo come superospiti. L’occasione sono i 60 anni di carriera, che la band festeggerà quest’anno con un mini tour di 14 date in sette palasport italiani. Concettualmente è tutto corretto, i Pooh si meritano la passerella più sbrilluccicante, 60 anni di carriera non sono roba da poco, anche se già per i 50 avevano annunciato la conclusione delle attività, sempre lì, a Sanremo, come superospiti, salvo poi tornare sui propri passi, a buona ragione, considerato il successo che ancora riscuotono al botteghino.

Il punto è più sul Festival di Sanremo e la scelta che ormai compie in materia di superospiti, nella maggior parte dei casi italianissimi, che ricicciano più volte senza batter ciglio e che nella maggior parte dei casi servono a creare divertenti, commoventi, coinvolgenti momenti di raffinato karaoke nazionalpopolare, da varietà old style, senza che il momento diventi in alcun modo storico, come succedeva in passato.

La storia del Festival di Sanremo ci ha insegnato che il superospite dovrebbe rappresentare un plus dello show, artisti internazionali, quindi fuori dal circuito gara, che offrono un diversivo dalla classica melodia orchestrale che propone il Festival, un momento di rottura da quel sound con un ospite che allarghi la narrativa. Un concetto ormai svilito da un elemento che influisce (e parrebbe sempre più e peggio influire) nella nuova concezione amadeusiana di Sanremo: dare al pubblico ciò che vuole, costi quel che costi. Anche se dovesse preferire cantarsela sul divano con Iva Zanicchi, Bobby Solo e la beneamata Orchestra Casadei. Tutte cose, nel bene e nel male, già successe.

Pochissimi i superospiti internazionali negli ultimi dieci anni

Per una valutazione sul suddetto trend, ci siamo andati a recuperare tutti i superospiti delle ultime dieci edizioni del Festival di Sanremo e ci siamo resi conto che gli slot dedicati alle ospitate musicali sono stati ben 108, fuori da questo conteggio sketch comici che non fanno ridere, la gigantesca quantità di promozioni di fiction Rai e ospiti musicali fissi come Tiziano Ferro, Achille Lauro, Marco Mengoni o Fiorello. O gli ospiti dei Festival di Claudio Baglioni, che andavano all’Ariston per cantare con Baglioni, spesso una canzone di Baglioni, e poi riprendere la strada. Bene, su 108 slot solo 21 di questi sono occupati da artisti o band internazionali, in certi casi anche di valore piuttosto relativo.

Amadeus, ci riferiamo sempre all’ultimo decennio, per tre anni su cinque di mandato da direttore artistico e conduttore, per tre edizioni (2021, 2022, 2024) non ha avuto esibizioni di ospiti musicali internazionali, rifiutandoci di considerare John Travolta, sbarcato improvvisamente a Sanremo nel 2024, un ospite musicale e quel famigerato Ballo del Qua Qua un’esibizione. Carlo Conti nel 2016 ospitò Elton John, Ellie Goulding e J Balvin, mica male; e si superò nel 2017 con Ricky Martin, Clean Bandit, Robbie Williams e Biffy Clyro. Decisamente più povero il biennio di Baglioni, che come stranieri invitò solo Sting e James Taylor.

Per un’altra annata da questo punto di vista decorosa dobbiamo aspettare il 2023, quando Amadeus ospita sul palco dell’Ariston Black Eyed Peas, Pet Shop Boys, Depeche Mode e, a voler dare onore al merito, anche Tom Morello tramite Maneskin. Altra ospitata d’eccezione, i Duran Duran lo scorso anno.

A volte (spesso) ritornano, tutti gli aficionados italiani al Festival

Sono diversi gli artisti italiani che tornano spesso in qualità di superospiti al Festival di Sanremo, i Pooh, per esempio, negli ultimi dieci anni sono già stati ospiti due volte. La prima nel 2016, in occasione del 50esimo compleanno della band, per celebrare l’anno dell’addio, della fine della corsa dei Pooh, ma in realtà Facchinetti and Co. tornano in Liguria nel 2023, riunendosi sul palco dell’Ariston con Riccardo Fogli e omaggiando quel gigante di Stefano D’Orazio con tre colpevoli anni di distanza di ritardo del Festival sulla sua scomparsa, nel 2021 infatti era previsto un momento a lui dedicato ma venne eliminato dalla scaletta senza spiegazioni.

Un altro particolarmente legato a Sanremo è Gianni Morandi, che ha una storia (recente) del tutto particolare con il Festival. Conduce due edizioni, 2011 e 2012, nel 2018 torna come superospite, nel 2021 viene “retrocesso” a cantante in gara, nel 2023 co-conduce con Amadeus, concedendosi anche un momento da superospite per un’esibizione insieme ad Al Bano e Massimo Ranieri, nel 2024 invece torna come superospite da solo.

Anche Laura Pausini gradisce particolarmente l’aria di Sanremo e Sanremo la gradisce sempre come superospite. Quattro negli ultimi dieci anni le sue apparizioni all’Ariston: nel 2016 regala un medley delle sue hit, nel 2018 torna in promozione del nuovo disco e, già che c’è, si spara una Avrai con Baglioni, nel 2021 torna per festeggiare la vittoria ai Golden Globe e la candidatura agli Oscar con il brano Io sì (Seen) e nel 2022 torna anche in quanto conduttrice dell’edizione italiana dell’Eurovision Song Contest.

Superospiti non super

Al netto dei successi, delle vendite, delle hit, degli stream, sono diversi gli artisti che il Festival di Sanremo, per un motivo o per un altro, ci ha presentato come superospiti, quindi stesso ruolo assegnato nella sua storia a nomi dello spessore di Queen, Witney Houston, David Bowie, Madonna e Oasis (giusto per fare qualche eclatante citazione), ma cui paragoni non reggono e, anzi, fanno quasi scappare un sorriso.

Qualche esempio: nel 2019 tra i superospiti del Festival di Sanremo ci sono Fabrizio Moro, Alessandra Amoroso e perfino Fabio Rovazzi si prende la soddisfazione di cantare un medley di suoi tormentoni estivi. Nel 2020 questo onore spetta ad Emma e Ricchi e Poveri, che entrambi di lì a strettissimo giro torneranno in gara. Nel 2021 Marcella Bella (tornata l’anno scorso in gara), Gigliola Cinquetti, Fausto Leali e, da non credere, di nuovo Alessandra Amoroso. La lista potrebbe continuare a lungo se si considera, e abbiamo ragione di pensare che sia corretto farlo, Sanremo un evento del tutto speciale e che, di conseguenza, meriterebbe ospiti di uno spessore e con una storia diversi.

Senza voler sminuire, è chiaro, la carriera di artisti italiani come Zucchero, Renato Zero, Eros Ramazzotti, sua maestà Giorgio Moroder, o Gino Paoli, Ligabue, Giorgia, Andrea Bocelli, Riccardo Cocciante, Antonello Venditti, Edoardo Bennato, Ornella Vanoni, ma anche Jovanotti, Mahmood, Blanco e Negramaro. Tutti artisti che costituiscono l’ossatura della storia della musica italiana e che hanno ricevuto il giusto omaggio da Sanremo, ma il punto è: se la settimana prima o dopo il Festival, per una ragione di promozione, noi abbiamo visto quegli stessi volti, promuovere la stessa cosa, a Che Tempo Che Fa da Fazio o a Domenica In da Mara Venier, ospiti di un podcast di successo o di Linus a Deejay Chiama Italia, allora in che modo Sanremo può ancora vendersi come evento speciale della stagione?

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