Nessun “tribunale internazionale” ha dichiarato che i vaccini mRNA sono armi biologiche

I primi di Ottobre 2025, ha cominciato a girare sui social una presunta notizia “storica”: un “Tribunale Internazionale” avrebbe emesso un’ordinanza globale identificando i vaccini a mRNA come “armi biologiche e tecnologiche di distruzione di massa”. La notizia è stata accompagnata da commenti che collegavano l’evento a una “rivolta legale contro Big Pharma” e al disegno di legge HF3219 presentato nel Minnesota. In realtà, nessun tribunale riconosciuto ha emesso una simile sentenza. Il documento citato proviene da un gruppo non istituzionale chiamato Alliance of Indigenous Nations (Ain), privo di qualsiasi autorità giuridica internazionale.
Per chi ha fretta
- Il Tribunale del Alliance of Indigenous Nations non è un tribunale ufficialmente riconosciuto.
- La sentenza non prova che i vaccini mRNA siano armi biologiche, né che contengano “nanotecnologie auto-assemblanti”, “DNA dell’HIV” o “idrogel polimerici”.
- Gli individui citati come “esperti” sono noti per aver diffuso disinformazione sui vaccini COVID-19, già più volte smentiti.
- Il riferimento alla legge Minnesota HF3219 è fuorviante: si tratta di una proposta di legge senza valore legale, criticata da esperti come scientificamente infondata.
Analisi
In Italia la notizia è partita dal canale Telegram “Dentro la Notizia”, ed è stata poi ripostata sugli account social della pagina. Facendo rapidamente il giro del web, è stata diffusa su Instagram, Facebook, Threads, e X, accumulando migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Il post era spesso accompagnato dalla seguente affermazione:
“QUESTO È ENORME! Tribunale Internazionale emette un’ordinanza storica globale destinata ad avere effetto immediato a livello mondiale, affermando che le iniezioni di mRNA sono ARMI BIOLOGICHE E TECNOLOGICHE DI DISTRUZIONE DI MASSA. Che qualcosa stia cambiando lo si desume anche dal disegno di legge HF3219 del Minnesota, che classifica anch’esso le iniezioni di mRNA e i prodotti correlati come armi di distruzione di massa. L’ordinanza del Tribunale Internazionale potrà dare la forza sufficiente al tribunale olandese di Leuwardeen di condannare Gates, Bourla, Rutte e i responsabili del crimine contro l’umanità?”
Infine, comparivano le immagini del documento intitolato “Declaration of the A.I.N. International Tribunal” datato 8 ottobre 2025.

Tuttavia, né la presunta sentenza né la cosiddetta “prova” del DNA esistono davvero: il tribunale citato è un’entità fittizia, priva di qualsiasi riconoscimento legale secondo i Principi che regolano i rapporti tra il Governo del Canada e i popoli indigeni. (per maggiori informazioni qui – aggiungere link altro articolo) La notizia è stata ampiamente diffusa anche all’estero, in particolare da noti promotori di teorie del complotto come il Dottor Joseph Sansone.
La legge Minnesota HF3219
Il post originale collega la sentenza dell’Ain al disegno di legge Minnesota House Bill 3219, chiamato “mRNA Bioweapons Prohibition Act”. Questa è una proposta di legge avanzata dai repubblicani con l’obiettivo di designare i vaccini a mRNA come “armi di distruzione di massa” e di conseguenza proibirne lo sviluppo e la distribuzione nello stato. Tuttavia, la proposta non è ancora stata approvata e come spiega l’Autoimmune Institute, il testo ignora le prove che i vaccini mRNA non modifichino il DNA e non contengano sostanze tossiche e di conseguenza è poco probabile che venga approvata.
Gli “esperti” citati
Il primo esperto citato è il professor Francis Boyle, giurista statunitense esperto in diritti umani. Senza essere biologo o virologo, Boyle ha affermato che le ‘iniezione COVID-19’ fossero usate come arma di guerra biologica e diffuso teorie infondate sull’origine artificiale del SARS-CoV-2. Questi è stato più volte smentito.
Altro nome ricorrente nella sentenza è quello della Dott.ssa Ana Maria Mihalcea, nota per diffondere teorie complottistiche su Substack, le sue affermazioni, secondo cui i vaccini conterrebbero metalli pesanti, nanotecnologie auto-assemblanti e biosensori in grado di modificare il sangue umano, sono prive di basi scientifiche, e da noi già smentite. Mihalcea fa spesso riferimento al “Working Group for COVID Vaccine Analysis”, un gruppo anonimo, citato anche nella sentenza dell’Ain, che sostiene, senza prove, che i vaccini anti-COVID contengano cesio, bario, alluminio e altre sostanze tossiche non dichiarate. Sempre a sostegno di tali teorie, la sentenza menziona uno “studio di medici italiani” che avrebbe analizzato il sangue di oltre mille pazienti vaccinati, sostenendo che il 94% presentasse “nanotecnologie auto-assemblanti”. Il primo autore indicato di tale studio è Franco Giovannini, già noto per aver diffuso teorie complottiste e smentito da Open.
Successivamente, viene menzionato Andrew Zywiec, consulente del World Council for Health un’organizzazione pseudo-medica già segnalata per la diffusione di disinformazione sanitaria e di falsi collegamenti tra vaccini mRNA e cancro. Zywiec, la cui carriera medica è stata segnata da procedimenti disciplinari e comportamenti inappropriati verso colleghi e pazienti, sostiene, senza prove, che i vaccini a mRNA siano in realtà “armi biologiche e tecnologiche” progettate per danneggiare deliberatamente l’organismo umano.
Il Tribunale indica poi gli studi di Peter McCullough e Paul Alexander, due tra i principali volti del movimento anti-vax nordamericano. Entrambi fanno parte della Wellness Company, un’azienda privata che vende integratori e “kit detox” per presunta disintossicazione dai vaccini. Le loro pubblicazioni, sono state ripetutamente smentite e non possono essere considerate scientificamente valide.
Tra le fonti citate c’è anche un articolo di Speicher, Rose e McKernan, che sostiene la presenza di DNA plasmidico residuo e della sequenza SV40 nei vaccini mRNA. Lo studio, però, è stato contestato per gravi limiti metodologici, come in precedenza lo erano stati i singoli autori.
Infine, il documento nomina Rima Laibow, che richiamando e reinterpretando la strategia di controllo della crescita demografica di Henry Kissinger, afferma che i vaccini anti-COVID siano stati usati come armi di “depopolazione”.
La realtà scientifica
Le affermazioni centrali della sentenza del Tribunale Ain secondo cui nei vaccini siano presenti “metalli pesanti”, “nanotecnologie auto-assemblanti”, “DNA plasmidico”, “idrogel sintetici”, non hanno alcun riscontro nella letteratura scientifica. Difatti, secondo l’Oms, il Cdc, e l’Ema i vaccini a mRNA non contengono DNA né materiali capaci di modificare il genoma umano; e che le nanoparticelle lipidiche non sono “tecnologie di controllo” ma sistemi di veicolazione ampiamente utilizzati in farmacologia.
Conclusioni
La “sentenza del Tribunale Internazionale” che definisce i vaccini mRNA “armi biologiche” è una bufala portata avanti da un gruppo pseudo-giuridico, amplificata da reti complottiste e pseudo-mediche già note. Il documento infatti non ha valore legale, si fonda su citazioni distorte e personaggi conosciuti per la diffusione di disinformazione sul COVID-19. Non esiste alcuna prova che i vaccini a mRNA siano pericolosi o costituiscano armi di distruzione di massa.
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