L’ultima telefonata di Ornella Vanoni e la canzone da scrivere con Giuliano Sangiorgi

«Non sto bene. Ho un dolore a una vertebra, non so, mi sento strana. Ma vado lunedì in una clinica di Pavia dove sono bravissimi, mi fido, li conosco, mi metteranno a posto. Ora devo stare ferma, ho un dolore, sai come un coltello che ti trapassa la schiena. No, domenica non vado da Fazio, ci sono a settimane alterne, ci andrò domenica prossima». Questo è il contenuto dell’ultima telefonata fatta da Ornella Vanoni a Maurizio Porro del Corriere della Sera. «Come sto? Ma scherzi? Non sai che sono stata tutta l’estate in ospedale per il cuore?», aveva detto la cantante una settimana fa. È morta ieri, 21 novembre, per un arresto cardiocircolatorio.
Gli ultimi concerti
Pochi anni fa, nel teatro intestato a Strehler, Vanoni aveva tenuto un concerto. Poi altri due agli Arcimboldi: «Ma non puoi sapere la stanchezza, credevo davvero di non farcela a finirli». E sulla sua carriera secondaria di attrice: «Mi diverto molto e confesso che non mi costa una gran fatica. Mi appunto, mentre raggiungo gli studi, cosa posso raccontare a quel programma cui sono molto grata perché quella è oggi la mia vera immagine». Giuliano Sangiorgi, cantautore, polistrumentista e scrittore italiano, membro fondatore dei Negramaro, dice al quotidiano che aveva conosciuto Vanoni «nel 2019 al Filodrammatici di Milano a un concerto di Gino Pacifico di cui ero ospite. Lei arrivò nei camerini a fine show e io feci tutto quello che si fa davanti a una regina: tutti i complimenti possibili per le emozioni che ci ha regalato. Lei mi disse che avrebbe voluto scrivessi per lei».
L’ultima canzone
E la canzone arrivò: «Dopo tutta una vita passata ad ascoltarla e ammirarla il regalo vero però fu il suo per me. Scrissi “Arcobaleno”, brano ispirato dalle sue esperienze internazionali. Ornella è stata una delle più grandi interpreti italiane ma girava il mondo grazie a una voce unica. Di recente ho riascoltato la versione live piano e due voci fatta agli Arcimboldi di quel brano: mi sono emozionato sino ai brividi solo a pensare che ero riuscito a scrivere una canzone perfetta per la sua anima. Ed eravamo in procinto di dare vita ad altra musica insieme».
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E ancora: «Pensare che non ci sia più è devastante. Ho conosciuto un mito e ho scoperto una persona piena di energia, semplice, di grande intelletto. Nel nostro rapporto c’era anche una parte ludica e divertente: le videotelefonate. Mi chiamava “focoso” per le mie origini meridionali e voleva sapere semplicemente cosa stessi facendo. Quella semplicità mi destabilizzava». Per ricordarla come canzone sceglie «”L’appuntamento”: capolavoro della voce e dell’anima. Fa pensare all’appuntamento che ognuno di noi ha con la propria vita. Chi trova compagnia in questa canzone riuscirà ad arrivare in tempo a quell’appuntamento».
