Jeffrey Sachs: il piano Usa per l’Ucraina «è un modo realistico di finire la guerra. L’Ue finge di non capire»

«Questo è un modo realistico di finire la guerra, che affronta le cause fondamentali del conflitto. Gli europei fingono di non capirlo». Lo afferma l’economista Jeffrey Sachs in un’intervista al Fatto Quotidiano, in merito al piano per la pace in Ucraina in 28 punti. Sottolineando che «al centro di tutto c’è, e c’era, il riconoscimento da parte degli Stati Uniti che la Nato non si espanderà in Ucraina».
I punti fondamentali
Secondo l’economista i punti fondamentali del piano «sono quelli necessari a produrre la fine della guerra. Parliamo della neutralità dell’Ucraina, della fine dell’espansione a est della Nato. Compreso lo stop all’adesione dell’Ucraina all’Alleanza. E ancora: il controllo de facto della Russia sulla Crimea, sul Donbass e parti di Cherson e Zaporizhzhya. In cambio di fatto di un accordo di sicurezza collettiva per Europa, Russia e Ucraina stessa, di cui infatti si accetta l’adesione all’Ue. Nel testo si trovano anche una serie accordi finanziari a vantaggio degli Stati Uniti, punti in cui si vede all’opera l’avidità del presidente americano già dimostrata in altre contrattazioni diplomatiche».
L’Ucraina e l’Europa
Sui 24 punti presentati dall’Europa, Sachs osserva che «ancora una vola si sta auto-infliggendo gravi ferite. Sembra aver perso completamente il senso della diplomazia e l’unica soluzione che persegue è quella di spendere migliaia di miliardi di euro in armamenti. L’opposizione dei leader europei a un accordo di pace scritto nei termini che abbiamo discusso sopra è insensata, dal mio punto di vista. Se i leader dei paesi dell’Unione europea pensano che continuare a combattere salverà l’Ucraina, si sbagliano di grosso. È un’idea delirante, che ha come effetto semplicemente quello di portare all’uccisione di ancora più ucraini».
